Melfi, proposto il “Manifesto dei servizi ospedalieri di base della Regione Basilicata”: “scongiurare la percezione del senso di marginalità della popolazione”

“Urge un raccordo istituzionale per rafforzare la rete dei servizi ospedalieri ed impegni il Governo Bardi ad attivare  un processo partecipativo che coinvolga il sistema delle autonomie locali al fine di garantire in modo uniforme le cure sull’intero territorio regionale”.

Così questa mattina la Giunta Municipale di Melfi e il primo cittadino di Melfi, Livio Valvano, hanno formalizzato richiesta al sindaco di Marsicovetere ed al Commissario Prefettizio di Lagonegro  l’adozione di  un “manifesto dei servizi ospedalieri di base” da estendere a tutti i comuni facenti parte dei diversi distretti di riferimento dei 3 presidi ospedalieri.

  Ha detto Valvano:

 “La riduzione degli organici negli ultimi anni è arrivata al punto di compromettere la continuità dei servizi per i cittadini  per questo è giunta l’ora  che dal basso le comunità locali debbano agire affinchè le istituzioni tutte, a partire dall’Ente Regione che amministra il servizio, possano trovare la necessaria coesione e condivisione che necessita per evitare che si determini un dannoso scollamento tra popolazione e governo del sistema sanitario”.

Si legge nel manifesto:

“La delicatezza della problematica richiede una elaborazione del modello del sistema sanitario regionale basata sui fabbisogni e sulle reali condizioni infrastrutturali, demografiche e geografiche, scevra da ogni strumentale spinta campanilistica o geopolitica, che possa distorcere l’analisi e la definizione delle conseguenti azioni di innovazione organizzativa.

Vi è pertanto la necessità di tenere fuori la delicata materia dalla classica disputa politica tra fazioni, abbandonando l’idea di dover individuare ragioni per difendere o criticare singoli provvedimenti o azioni, con l’obbiettivo più alto di tutelare i cittadini e assicurare alla Basilicata un adeguato e virtuoso progresso e sviluppo sociale ed economico”.

Prosegue Valvano:

“Nella nostra Regione sono presenti importanti insediamenti industriali che accentuano oltre misura i rischi ambientali e di incidente, come l’insediamento presente nell’Area Nord della zona Industriale di S. Nicola di Melfi, il distretto del settore Oil & Gas della Val D’Agri, dove insistono impianto ad alto rischio di incidente rilevante, sottoposti alla normativa Seveso (come il centro olii Val D’Agri e l’inceneritore di Melfi), il distretto industriale di Pisticci ed altri, dove operano aziende multinazionali con opifici di rilevanza europea.

La governance territoriale, pertanto, deve avere consapevolezza sull’azione che è chiamata ad esercitare: garantire lo sviluppo socio-economico secondo un criterio di sostenibilità anche nell’interesse delle generazioni future.

E’ inimmaginabile pensare a progetti di sviluppo regionale in assenza di una decisa e corposa politica di miglioramento del servizio sanitario ospedaliero e territoriale, qualificato, specializzato, attivo e in grado di servire l’intera popolazione, anche quella della più distante delle periferie.

In realtà da un pò di tempo si assiste ad episodi singoli, su tutto il territorio regionale di Basilicata, sintomatici di una crescente difficoltà di ordine organizzativo dei servizi, con particolare riferimento ai presidi ospedalieri e territoriali diversi dai due capoluoghi di Provincia, presidi che garantiscono in concreto l’eguaglianza dei cittadini per la fruibilità concreta di un sistema di erogazione delle cure mediche necessarie.

Ora più che mai è necessario scongiurare che si affermi la percezione di quel senso di marginalità della popolazione insediata nei numerosissimi centri urbani di piccole dimensioni che costituiscono la gran parte del territorio regionale, replicando paradossalmente all’interno del sistema Regione quell’antica visione che vuole la Basilicata come regione del tutto periferica rispetto al resto del Paese, con tutte le conseguenze che ciò ha comportato fino ad oggi in termini di mancato sviluppo, di infrastrutture, di servizi, di spopolamento.

Ed allora appare improcrastinabile la necessità di intervenire, ad ogni livello istituzionale, per gestire la complessità dell’assetto dei servizi con una ridefinizione organizzativa e gestionale al passo con gli obbiettivi attribuiti formalmente al sistema”.