Indotto Melfi: “Precarietà dovuta al massiccio utilizzo di ammortizzatori sociali che impattano sul salario pesantemente”! La situazione

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Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa Fim Fiom e Uilm sulle assemblee dei lavoratori e delle lavoratrici dell‘indotto dell’automotive di Melfi che si svolgeranno nei luoghi di lavoro domani 3 novembre e giovedì 4:

“L’industria dell’auto nel nostro Paese riveste un ruolo strategico, per questo siamo convinti che sia necessario dare continuità al tavolo sull’automotive e individuare politiche industriali, investimenti e strumenti normativi necessari per tutta la componentistica.

Non c’è più tempo.

Le crisi dell’automobile, aggravata da quella pandemica e quella dei microchip, stanno mettendo in difficoltà tutte le lavoratrici e i lavoratori coinvolti, in particolar nell’indotto di Melfi.

Per questi motivi domani 3 novembre e giovedì 4, in tutti gli impianti della componentistica dell’indotto di Melfi, i lavoratori e le lavoratrici si riuniranno in assemblea con presidi nei luoghi di lavoro.

Nonostante l’accordo di giugno che ha previsto investimenti sul sito per la realizzazione di 4 vetture elettriche per il 2024, si vive una condizione di precarietà, dovuta al massiccio utilizzo di ammortizzatori sociali che impattano sul salario pesantemente.

Inoltre la competizione tra le azienda per confermare l’acquisizione del contratto con il committente, si traduce nella riduzione dei costi, verosimilmente in peggioramento delle condizioni di lavoro e di salario.

Chiediamo che le competenze e le professionalità acquisite dai lavoratori vengano valorizzate e che le imprese investano in innovazione e tecnologia, necessarie per la transizione ecologica e digitale.

Riteniamo inoltre necessario il coinvolgimento dei lavoratori per definire percorsi sindacali e vertenziali con le imprese per la garanzia del mantenimento occupazionale, salariale e per il miglioramento delle condizioni di lavoro e di sicurezza sui luoghi di lavoro.

Non più rinviabile il confronto con il governo nazionale, che deve definire accordi di politica industriale che diano strumenti per accompagnare la trasformazione e garantire e accrescere l’occupazione nel settore.

L’automotive è al centro di un processo di cambiamento strutturale, innescato dall’avanzare della digitalizzazione, dell’automazione e delle nuove tecnologie nei sistemi produttivi, della risposta alle questioni della sostenibilità ambientale e del cambio climatico e di mercato.

Le conseguenze della pandemia da Covid-19 hanno accelerato e accentuato le ragioni del cambiamento e richiedono l’impegno di tutti i soggetti interessati – le imprese, i lavoratori, le autorità politiche e di governo – per una trasformazione dell’intero settore e per affermare una nuova idea di mobilità“.