SENOLOGIA AL CROB DI RIONERO: “INVITO A TOCCARE CON MANO IL DELICATO PERCORSO CHE LE PAZIENTI SEGUONO”

La Basilicata può dirsi all’avanguardia per quel che concerne la prevenzione dei tumori al seno.

Il suo Centro di senologia multidisciplinare (o Breast Unit) consta di un apparato professionale ineccepibile ed esperto in ambito senologico.

Date tali premesse, il Consigliere Regionale del Gruppo Misto, Giannino Romaniello, chiede al Presidente della Regione e all’Assessore alle Politiche della Persona, il motivo per il quale la Basilicata non abbia recepito le linee di indirizzo validate dalla Conferenza Stato Regioni per rientrare fra le regioni virtuose.

Questa l’interrogazione presentata da Romaniello:

“Premesso che:

Il centro di senologia multidisciplinare – o Breast Unit – è un modello di assistenza specializzato nella diagnosi, nella cura e nella riabilitazione psicofisica delle donne con tumore al seno, dove la gestione del percorso della paziente è affidato a un gruppo multidisciplinare di professionisti dedicati e con esperienza specifica in ambito senologico. Le donne trattate in questi centri hanno una percentuale di sopravvivenza più alta del 18% rispetto a chi si rivolge a strutture non specializzate, e hanno anche una migliore qualità di vita;

  • nella conferenza Stato Regioni del 5 agosto e del 18 dicembre 2012, è stato discusso e approvato, su proposta del Ministro della salute, il Regolamento recante “Definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera” nel quale si forniscono indicazioni, in linea con quelle provenienti dall’Unione Europea, finalizzate a sollecitare specifici percorsi di integrazione terapeutici assistenziali quali ad es. quelli relativi alla presa in carico multidisciplinare delle pazienti affette da neoplasia mammaria attraverso le unità mammarie interdisciplinari (breast unit), nonché di quelle di cui al documento di indirizzo nazionale avente ad oggetto la definizione di specifiche modalità organizzative ed assistenziali della rete dei centri disenologia, elaborato dal gruppo di lavoro composto da rappresentanti del Ministero della salute, Regioni e PA ed esperti di Agenas e di società scientifiche.

Tenuto conto che:

  • la presidente della commissione regionale pari opportunità ha sollecitato il consiglio regionale affinché anche in Basilicata si possa concretizzare e rendere operativa quanto prima la Breast Unit ;
  • le donne trattate nei centri di senologia multidisciplinari hanno una percentuale di sopravvivenza più alta del 18% rispetto a chi si cura in strutture non specializzate;
  • dal monitoraggio curato da Europa Donna Italia, risulta che sette regioni, hanno legiferato recependo le linee di indirizzo validate dalla Conferenza Stato Regioni ed indentificando con delibera le strutture destinate a far parte della rete regionale (Campania, Lazio, Liguria, Piemonte, Valle D’Aosta e Veneto), quattro sono le Regioni (Emilia-Romagna, Marche, Toscana e Umbria) che hanno recepito la legge ma non hanno ancoraindicato le strutture preposte, mentre sono addirittura 10 le Regioni che non hanno recepito la legge (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Friuli Venezia-Giulia, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia, Trentino);

Considerato che:

  • nella nostra regione, già si è provveduto negli anni a progetti di Screening Oncologico Colon-Retto, Screening Oncologico Cervice Uterine, Screening mammografico;
  • anche in seguito alle forti sollecitazioni del mondo delle associazioni e della Commissione Pari Opportunità della Basilicata lo screening mammografico è stato esteso alle donne sotto i 45 anni e innalzato ai 74.

Interroga:

il Presidente e l’Assessore alle Politiche della persona: quali ragioni hanno impedito alla nostra Regione di recepire le linee di indirizzo validate dalla Conferenza Stato Regioni, e rientrare fra le regioni virtuose considerato che la Basilicata è stata la prima regione che ha avviato programmi di Screening finalizzato alla prevenzione”.

A seguito di questa interrogazione, non è tardata ad arrivare il commento di Carmen Paradiso, Presidente Vivere Donna Onlus:

“In qualità di Presidente dell’Associazione Vivere Donna Onlus, sento il dovere di intervenire dopo l’ennesimo comunicato strumentale e soprattutto ricco di inesattezze che ho letto in questi giorni.

Pensavo che dopo la risposta del Dipartimento Politiche della Persona, della Regione Basilicata, si fosse tutto chiarito.

Penso che chi occupi delle posizioni così autorevoli debba almeno informarsi e non agire e scrivere per sentito dire.

Il “si dice che” quando si trattano temi così delicati, come le patologie tumorali, non è consentito a nessuno, tantomeno a un rappresentante delle istituzioni.

Forse sarebbe opportuno, questo è un invito che rivolgo a tutti i consiglieri regionali, in particolare ai meno informati, trascorrere una giornata presso l’UO di Chirurgia Senologica e l’UO di Oncologia del San Carlo di Potenza per toccare con mano cosa sia una Breast Unit.

Per toccare con mano il delicato percorso che le pazienti seguono.

Per prendere visione di come funzioni la Breast Unit: un lavoro, come ho spiegato in altra occasione, che dura ormai da oltre 15 anni, ancor prima che una delibera regionale,  la n. 1152/2017 in recepimento dell’Intesa della Conferenza Stato Regioni, ai sensi dell’articolo 8, comma 6 della legge 5 giugno 2003, n. 131, sul documento recante “Linee di indirizzo sulle modalitàà organizzative ed assistenziali della rete dei Centri di Senologia”, rep atti 185/CSR del 18 dicembre 2014,  istituisse la rete delle Breast Unit regionale, individuando quale Hub  il Centro di Senologia – Breast Unit – del San Carlo di Potenza e il Centro di senologia – Breast Unit – dell’Irccs Crob di Rionero in Vulture che dispongono dei requisiti definiti nell’Accordo.

Vorrei ricordare ai meno informati che il lavoro multidisciplinare dei tanti reparti interessati nella diagnosi e cura delle neoplasie mammarie, ha consentito in questi anni di avere, nei fatti, già una Breast Unit.

Vorrei inoltre ricordare che in Basilicata si operano oltre 400 casi di neoplasie mammarie.

Quale è l’intento di questi comunicati?

Invitare le persone a curarsi fuori regione?

Lanciare inutili allarmismi come se in Basilicata senza la Breast Unit (che ribadisco esiste) non vengano assicurate cure adeguate?

Abbiamo due centri il San Carlo e il Crob all’avanguardia nella cura delle neoplasie mammarie.

Vorrei rivolgere un’ultima domanda a chi oggi si preoccupa dell’esistenza o meno della Breast Unit regionale: dove eravate quando la sottoscritta a luglio 2017, con lettera consegnata a tutti i consiglieri regionali e associazioni, chiedeva un aiuto per la senologia del San Carlo e per l’istituzione della Breast Unit.

Forse era ancora lontana la campagna elettorale?”.