A SAN FELE “TURISMO MORDI E FUGGI” CHE HA “PORTATO SOLO QUALCHE PASTO E CAFFÈ”, A DIRLO…

Aldo Di Giacomo, presidente di Una Nuova Italia-Basilicata, ritiene del tutto irrilevante l’apporto economico che l’offerta turistica di San Fele introduce all’interno del territorio.

In una nota, infatti, afferma che:

“Prima di pensare a far diventare San Fele come la Svizzera, è il caso di pensare a cosa fare, da questa stagione estiva, per cogliere adesso tutte le grandi opportunità che le risorse turistiche, naturalistiche, paesaggistiche, religiose, culturali e di prodotti locali di San Fele e dell’intero comprensorio del Vulture offrono”.

Un potenziale mal sfruttato secondo Di Giacomo, il quale aggiunge:

“La situazione del tutto insoddisfacente che fa di questo centro tra quelli a maggiore disagio sociale (altro che Svizzera!), continua a scontare tutti i limiti dovuti ad una mancata programmazione e allo scoordinamento di enti pubblici e privati.

Per questo le visioni avventuristiche e per alcuni aspetti fantasiose del sindaco non sono di nessun aiuto all’individuazione di iniziative, misure, provvedimenti ed azioni concrete, urgenti ed indispensabili per fare in modo che i nuovi flussi di visitatori producano effetti diretti ed indotti all’economia del paese e del Vulture e soprattutto nuova occupazione.

La realtà, a differenza di quello che racconta il Sindaco, è che le oltre 50 mila presenze annue alle Cascate hanno portato solo qualche pasto e caffè consumati negli esercizi  pubblici e che di posti di lavoro stabili non c’è traccia.

Persino i servizi di accoglienza alle Cascate sono affidate al volontariato, ad un impegno certamente di grande rilevanza e perciò meritevole di essere segnalato, ma che non si traduce in reddito per giovani e cittadini in cerca di occupazione.

Il Sindaco e l’Amministrazione farebbero bene ad occuparsi di quanto spetta loro per la riqualificazione del centro storico in modo che sia completamente fruibile per i visitatori, della tutela del Bosco Santa Croce che ha tutte le carte in regola per diventare parco naturalistico, della valorizzazione del patrimonio artistico-religioso, meta di pellegrinaggio.

Il modello del turismo mordi e fuggi se prima della notorietà delle Cascate era comunque da accettare, dopo la positiva promozione non può diventare l’unico sistema turistico.

Inoltre, si dovrebbe seguire l’esempio di altri Comuni italiani e, di recente, anche lucani che hanno istituito la De.Co. (Denominazione Comunale) per prodotti alimentari tipici e di qualità che sono il souvenir preferito anche dai turisti in giro a San Fele.

Accade, invece, che il Sindaco si comporti come quel capitano di una bella nave che passa tutto il tempo a lodarne le caratteristiche senza però essere in grado di guidarla”.