Lavello, Diga del Rendina: “i tempi e i modi in cui verrà recuperata destano ancora molti dubbi e profonda preoccupazione”

“Qual è il futuro della risorsa idrica nella nostra regione? Per rispondere a questo interrogativo ho immaginato un percorso permanente di confronto con i rappresentanti delle associazioni agricole.

L’intento è quello di raccogliere le varie istanze e necessità che provengono dal settore e trovare una via concreta alla soluzione delle diverse criticità”.

Lo ha detto ieri l’assessore regionale alle Infrastrutture, Donatella Merra, al termine di una riunione in videoconferenza alla quale erano state invitate le associazioni di categoria ed alla quale sono intervenuti i rappresentanti di Copagri, Confagricoltura e Cia.

Ha proseguito l’esponente della giunta regionale:

“Abbiamo accolto le sollecitazioni delle associazioni di categoria, che conoscono perfettamente il potenziale idrico della regione ed i profili di profonda difficoltà che tuttavia ad oggi il mondo agricolo riscontra.

Questo dialogo con le associazioni da incardinare in un tavolo permanente sulla risorsa idrica dovrà essere quindi l’occasione per affrontare i problemi della gestione ordinaria della risorsa, ma anche proiettare e porre le basi per una nuova governance del settore.

Abbiamo di fronte la nuova opportunità del Recovery Fund, in cima alle priorità del quale è stato posto a livello nazionale il tema della tutela dell’ambiente e della transizione ecologica: quest’ultimo concetto è inimmaginabile senza una politica seria ed attiva di tutela della risorsa idrica”.

Caso emblematico riportato al tavolo è stato quello della Diga del Rendina.

Ha proseguito Merra:

“Il percorso travagliato di questo invaso nei decenni è il monito di come la regia sul sistema delle infrastrutture idriche in Basilicata, specie in riferimento al settore agricolo, non sia né adeguata, né sufficiente.

Nel 2018 su questo invaso è iniziato un importante percorso di svolta: dall’anno scorso ad oggi, finalmente abbiamo concretizzato le prime certezze.

Ma i tempi e i modi in cui la diga verrà recuperata destano ancora molti dubbi e profonda preoccupazione.

Il contributo delle associazioni in tal senso è quello di intervenire con le loro proposte ed idee laddove si renderà necessario ridefinire l’organizzazione di quegli enti che sovrintendono a progettazioni ed interventi così complessi e delicati, oltre ad affiancare le istituzioni nel più ambizioso percorso di riforma che a mio avviso me si rende necessario;

non va trascurata in questo contesto la vicenda Eipli, che in Basilicata gestisce tutta la grande adduzione e che ad oggi sfugge nell’alveo dell’ennesima proroga.

La Regione Basilicata dovrà lavorare ad una nuova governance della risorsa idrica, orientata con concretezza sulla programmazione di interventi sui grandi invasi e sui grandi schemi idrici e dovrà concordare con le associazioni di categoria modi e tempi per dotare gli enti preposti di strutture tecnico-amministrative adeguate, efficaci, competenti e che sappiano valorizzare le professionalità.

La Regione si deve riappropriare della programmazione degli interventi sui grandi schemi e sui grandi invasi”.