SAGRE, CASTAGNE, OLIO, AGLIANICO… ECCO PERCHÉ OTTOBRE È IL MESE PIÙ BELLO PER IL VULTURE-MELFESE

Il mese di Ottobre è sempre stato uno dei periodi più produttivi, evocativi e importanti per le comunità del Vulture-Melfese.

I borghi si riempiono di turisti, le campagne generano i loro frutti più preziosi, i boschi cambiano colore offrendo un magnifico spettacolo della natura.

Ottobre è il mese delle sagre: dalle castagne al vino, dalle noci ai funghi, il meglio della produzione locale trova in questo mese la massima espressività.

Il Vulture-Melfese, si sa, è una terra in cui turismo culturale e turismo gastronomico sono sempre andati d’accordo, grazie alle varie eccellenze e grazie alla capacità di saper attirare visitatori e investimenti.

Su tutte l’Aglianico del Vulture, uno dei vini più apprezzati a livello mondiale, un prodotto in cui si riconosce un’intera comunità, un’eccellenza che ha il suo glorioso passato storico, dal poeta venosino Orazio che ne esaltava le qualità, a Federico II che promosse la coltivazione del vitigno.

Proprio in questi giorni a Rionero si sta svolgendo Aglianica, la manifestazione di punta dedicata al vino del Vulture. Inoltre, quest’anno per l’Aglianico si prospetta un’annata buona, secondo le stime della Cia. E non finisce qui, perché grazie all’istituzione dell’Enoteca Regionale a Venosa, cuore pulsante dell’Aglianico, ci sarà la possibilità di promuovere e sfruttare al meglio uno dei settori economici più importanti della zona.

A Rapolla la prossima settimana partirà l’attesa sagra del Parco urbano delle Cantine, momento di connubio tra tradizione e specialità enogastronomiche locali.

Ma il Monte Vulture è  anche ricco di castagne, e non di castagne generiche ma del marroncino, o meglio del Marroncino di Melfi D.O.P. per indicare la denominazione protetta delle prelibate castagne che si producono in questi luoghi. Il marroncino è il protagonista assoluto dell’imperdibile Sagra della Varola, una delle manifestazioni più belle e suggestive di Melfi, quest’anno in programma il 22 e il 23 Ottobre, e che attira migliaia di visitatori provenienti da tutta Italia e dall’estero e di cui molti si fermano per partecipare alle manifestazioni della Falconeria, in programma, come da tradizione, l’ultimo fine settimana del mese.

Se decidete di fare una passeggiata lungo uno dei tanti sentieri del Monte Vulture (a proposito, giusto qualche giorno fa è stato inaugurato l’ultimo), potreste imbattervi nei “cacciatori” di funghi, che si aggirano nel sottobosco alla ricerca di prelibate specialità, tra cui lo straordinario porcino nero (Boletus aereus), ma anche i pregiati Boletus reticulatus e Boletus edulis; e poi l’ovolo buono (Amanita caesarea), il cardoncello (Pleurotus eryngii), il galletto (Cantharellus cibarius), la mazza di tamburo (Macrolepiota procera) ed anche alcuni tartufi noti.

Per non parlare delle noci, frutti che stanno riscuotendo successo soprattutto in campo culinario, spesso abbinate a piatti raffinati o anche alla carne di cinghiale, selvaggina presente in gran numero nelle foreste del Vulture.

Tra Ottobre e Novembre, infine, ci si rimbocca le maniche per la raccolta delle olive. L’olio del Vulture è il primo olio della Basilicata ad aver ottenuto la certificazione DOP, segno questo di un riconoscimento importante per un olio dalle qualità straordinarie e che nasce da oliveti antichissimi (si pensa che la coltivazione dell’olio sul Vulture sia nata durante il periodo della Magna Grecia).

Da Rapolla a Maschito, da Melfi a Venosa, passando per Barile e le sue cantine da sogno a Rionero: ogni località del Vulture-Melfese rappresenta uno scrigno di tesori di cultura, cibo, natura, calore sociale, tanto da rendere questa zona una delle più belle al mondo. E non solo ad Ottobre.