Melfi, gruppo di operai FCA chiede l’intero stipendio base: “Noi non evadiamo, 900 euro al mese non bastano”. Ecco la lettera scritta a Bardi e Conte

Operai della Fca di Melfi scrivono al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al Governatore Vito Bardi:

“In Primis, noi operai della FCA di Melfi, porgiamo i complimenti per tutto quello che state facendo, in base ai Vostri incarichi istituzionali.

Consapevoli di essere  fortunati ad avere un contratto a tempo indeterminato.

Dopo questa premessa, la missiva vuole evidenziare che, gli aiuti economici messi in atto dal Governo, a causa dell’emergenza del covid-19; a favore, di imprese, commercianti e persone, devono essere proporzionali al loro fabbisogno, rispettando il principio di ‘equità sociale’.

Noi operai che ‘non evadiamo’, prima di questa emergenza, del coronavirus, in FCA di Melfi lavoravamo 8- 10 giorni al mese a causa della cig.

Dal giorno in cui si è presentato il coronavirus a dettare le regole, con conseguente chiusura dello stabilimento, siamo passati alla cig a zero ore.

In queste condizioni, si percepisce uno stipendio di 900 euro al mese.

Considerando le varie bollette e il fabbisogno familiare le 900 euro non bastano.

Pertanto è opportuno che si usufruisca il 100% della retribuzione in stato di cig e non del 80%.

Obbligare gli enti locali a non effettuare le detrazioni in busta paga delle rispettive addizionali.

Uun altro beneficio sarebbe non pagare fino a Dicembre del c.a le bollette di acqua, luce e gas.

Riteniamo interventi che, in questo periodo, se presi in considerazione, aiuteranno il bilancio familiare.

Cordiali saluti”.