Coronavirus, Bardi: “2000 persone sono tornate dal Nord e non lo hanno dichiarato e forse sono in giro come se nulla fosse”

In un’intervista al Corriere del Mezzogiorno il Governatore Vito Bardi fa il punto della situazione sulla diffusione del Coronavirus e sulle strategie attuate sin da subito per arginare qualsiasi forma di contagio:

“La notte del 23 febbraio avrei voluto avere torto, questo avrebbe significato che le precauzioni per la pandemia in atto non erano necessarie.

Ma purtroppo non è stato così.

Firmai un’ordinanza per un motivo ben preciso.

La Lombardia chiuse le scuole e le università la mattina del 23 febbraio per il dilagare dell’emergenza coronavirus: era di domenica.

Lì tantissimi degli studenti sono Lucani e avevano espresso l’intenzione di ritornare a casa.

Fui letteralmente subissato di telefonate quella sera, fino a tarda notte.

Erano operatori del settore turistico, famiglie, imprenditori: tutti mi chiedevano se c’era o meno il rischio che i nostri ragazzi potessero in qualche modo contagiare i loro nonni, le mamme, i padri, i fratelli e gli amici.

Il rischio era più che concreto e così a notte fonda firmai per l’obbligo di quarantena per chi ritornava dal nord Italia.

Quel provvedimento fu firmato con il cuore tra le mani.

Noi in Basilicata abbiamo una popolazione molto anziana e loro sono i più a rischio in caso di contagio.

Si consideri che 2 mila persone sono tornate dal Nord e non lo hanno dichiarato e forse sono in giro come se nulla fosse.

Stiamo per far arrivare in giunta una serie di provvedimenti a sostegno delle imprese che subiranno gravi ripercussioni da questo momento così drammatico.

Pensiamo a uno sgravio delle tasse regionali, al blocco di sei mesi delle rate sui mutui per i prestiti bancari, un milione di euro per compensare le perdite per chi lavora da casa.

Insomma allo studio ci sono importanti iniziative.

Per Matera, per aiutare il settore turistico, bisogna studiare un sistema che possa garantire la sopravvivenza di quel tessuto produttivo che genera cultura e che noi riteniamo essere il volano per tutta la regione.

E penso anche alla sfida di Venosa e alla sua candidatura come capitale italiana della cultura.

Non dobbiamo mollare.

Il peggio passerà se rispetteremo tutte le prescrizioni imposte.

Poi torneremo a costruire.

Nella Basilicata il picco dell’emergenza si registrerà alla fine della prossima settimana.

Noi già stiamo lavorando come se fossimo in emergenza.

Ogni giorno ci sono incontri, riunioni e tavoli tecnici per fronteggiare qualunque crisi.

C’è la partecipazione di tutti i sindaci che si stanno impegnando personalmente affinché le regole possano essere rispettate.

Per gli ammalati, se dovessero aumentare i casi da contagio, nell’ospedale di Matera ci sarà la possibilità di trovare uno spazio con 100 posti letto.

Poi abbiamo pronta la struttura di un ospedale dismesso che si trova a Venosa con altri 100 posti.

Siamo pronti ad affrontare la crisi che mi auguro possa non arrivare mai.

Ai lucani dico che la salute per me viene prima di ogni altra esigenza e che la chiusura di ogni attività è giusta.

Sento di dire che bisogna avere la forza di andare avanti con i sacrifici richiesti.

A Codogno, il focolaio della Lombardia, c’era un picco dei contagi fino a due settimane fa eppure dopo l’isolamento si vedono i primi risultati.

Se si hanno sintomi o si ritiene di essere stati a contatto con una persona con il virus occorre chiamare il proprio medico che farà un triage telefonico.

Se non si hanno gravi complicazioni o se si è un soggetto ritenuto a rischio non bisogna andare all’ospedale, basta chiudersi in casa per 15 giorni”.