Venosa: restauro e nuovo abito per la Madonna della Grazia! Ecco i dettagli della Festa in suo onore

Grazie al progetto portato avanti dal parroco della Parrocchia Maria SS Immacolata di Venosa (PZ), padre Rija, e dai vice parroci padre Alessandro e don Danilo, è stata restaurata l’antica statua della Madonna della Grazia:

  • è stato realizzato un nuovo abito,
  • sono stati fatti dei lavori di pulizia e manutenzione della chiesa omonima, affidata alla Parrocchia Immacolata, perché situata nel suo territorio.

La realizzazione del progetto è partita dopo aver ottenuto il consenso da parte dell’Ufficio diocesano dei beni culturali ed in particolar modo, grazie alla solidarietà dell’intera comunità venosina, che è fortemente devota alla Madonna della Grazia, Regina e Patrona di Venosa (PZ).

La storia della chiesa della Madonna della Grazia ha origini antichissime ed è legata alla storia della peste del 1503, che ha visto colpita la città di Venosa.

Fu il vescovo Bernardino di Buongiovanni che, preoccupato per la decimazione della popolazione di tutta la sua diocesi dovuta alla peste, decise di fare edificare due chiese agli ingressi di Venosa: la chiesa di San Rocco e quella di San Sebastiano.

Visto che la chiesa era situata in periferia era poco frequentata e cadde quasi in abbandono.

Il vescovo di allora, fra Rodolfo da Tossignano dell’ordine dei Conventuali di San Francesco, chiamò i padri cappuccini, con il consenso dell’Ordinario padre Domenicano, fra Vincenzo Calicis Soncino e di Carlo Gesualdo, principe di Venosa, fece edificare anche un convento.

La chiesa di San Sebastiano corrisponde a quella che noi ora chiamiamo Chiesa della Madonna della Grazia e non delle grazie, per indicare la Grazia del figlio di Dio che si rivela a noi e da cui provengono le grazie, cioè i vari favori ricevuti.

Cambiò il nome in seguito ad un miracolo che si verificò nel 1628 nella valle del Reale, presso la grotta di Santa Lucia.

Secondo la leggenda, il maestro fabbro Lucio di Muro, uomo virtuoso, si fermò nella grotta e inginocchiandosi si mise a pregare.

Mentre pregava si accorse che dall’affresco della Madonna dipinto sulla parete destra uscivano lacrime.

Tutta la popolazione accorse alla notizia del prodigio per testimoniare la veridicità del fatto e il giorno seguente il Vescovo di allora, Andrea Perbenedetti, indisse una solenne processione verso la grotta.

Appena il lungo corteo di fedeli si radunò davanti all’affresco, ci fu un abbondante acquazzone che durò quattro ore e si narra che quell’anno, in seguito ad un periodo di lunga siccità, si fece un raccolto abbondante.

In passato era molto sentito il culto per la Madonna della Grazia e dopo il miracolo avvenuto nella grotta di Santa Lucia, tra la prima e la seconda Domenica di Maggio si svolgeva la festa in suo onore davanti ad una cappelletta di campagna costruita nella valle del Reale.

Molto probabilmente il trasferimento dell’immagine in paese nella Chiesa della Madonna avvenne tra il 1878 e il 1900.

La festa continuò ad essere svolta nella prima settimana di Maggio, qualche volta nel mese di Luglio.

La Chiesa veniva aperta alcuni giorni prima, ma i festeggiamenti veri e propri si svolgevano tra il Sabato e la Domenica.

Con il passare degli anni il Complesso religioso finì in abbandono e negli anni ’60 la Chiesa e il Convento dei Cappuccini rischiarono di essere demoliti quando fu costruito l’Ospedale di San Francesco, situato nei pressi della Chiesa e del convento.

Fu proprio grazie all’intervento del Prof. Enzo Cervellino, impegnato allora in politica, che prevalse l’idea di non abbattere un monumento che era tanto caro al Cardinale De Luca e al popolo devoto alla Madonna.

Nel 1992 sono iniziati dei lavori di restauro con un finanziamento da parte della Soprintendenza per i beni ambientali e architettonici della Basilicata; successivamente ci fu un intervento nel 1998 del Comune di Venosa, realizzato con i fondi del Giubileo del 2000.

Purtroppo gli affreschi e gli stucchi che ornavano la navata centrale della chiesa, coperta dalla volta a botte lunettata, sono andati distrutti.

Gli unici affreschi rimasti sono quelli del refettorio; la disposizione degli ambienti è semplice, tipica dell’architettura francescana, fondata sulla meditazione e sulla preghiera.

Dopo l’inaugurazione, avvenuta il 7 Maggio del 1999, il convento è stato affidato alle cure delle suore dell’Ospedale San Francesco di Venosa; oggi invece la cura della chiesa è affidata alla Parrocchia Maria SS. Immacolata.

In seguito agli attuali lavori di manutenzione e al restauro della statua lignea settecentesca, Sabato 30 Aprile è stata celebrata presso la chiesa parrocchiale dell’Immacolata una S. Messa presieduta da Mons. Rocco Talucci ed è stata fatta la presentazione alla cittadinanza dei lavori di restauro e del nuovo abito in seta della Madonna, che riprende gli abiti del ‘700, ricamato con filo d’oro e riportante nel manto, oltre alle stelle, il monogramma mariano e la corona.

Sabato 8 Maggio sono state celebrate diverse messe presiedute dai parroci delle parrocchie di Venosa e la sera vi è stata una messa solenne, presieduta da Sua Eccellenza Mons. Ciro Fanelli, vescovo della diocesi di Melfi-Rapolla-Venosa, concelebrata da tutti i sacerdoti.

Alla fine della celebrazione il parroco dell’Immacolata, padre Rija, ha ringraziato la SS. Trinità perché, nonostante la pandemia, ha voluto che si potesse celebrare in modo solenne la festa della Madonna della Grazia, tanto cara al popolo venosino.