POTENZA-MELFI NON SE NE PUÒ PIÙ! SECONDO VOI COSA SI DOVREBBE FARE?

La strada statale 658, nota comunemente come Potenza-Melfi, è una strada vitale per l’intera regione Basilicata.

Essa infatti collega il capoluogo ad una delle aree più attive della regione, per la presenza di un importante polo industriale, ma anche per la presenza di centri turistici ed enogastronomici che attirano da tantissimi anni visitatori ed investimenti.

Inoltre è un importante asse viario che si immette su altrettanti strade cruciali del Meridione come la 655 Bradanica che da un lato conduce a Foggia e dall’altro a Matera.

Il tracciato, quasi esclusivamente montano, è lungo, per il tratto gestito dall’Anas, 48,130 km.

Progettata negli anni ’70 e costruita nei primi anni ’80, la strada è diventata in breve l’arteria principale della regione, trafficata quotidianamente da autoveicoli e mezzi pesanti.

Tuttavia ha in sé un altro triste primato: a causa dei numerosi incidenti, spesso mortali, che da troppi anni si verificano lungo il tracciato, è stata ribattezzata “strada della morte“.

I motivi sono molteplici: complessità del tracciato, attraversamento di zone interessate a fenomeni climatici particolari (pioggia, neve, ghiaccio, nebbia, vento), strette carreggiate, indisciplina dei guidatori, elevata presenza di mezzi pesanti che rallentano la circolazione.

Da decenni sono state fatte varie proposte per rendere più sicura e più moderna la strada ma finora è stato fatto pochissimo.

C’è chi ha proposto la realizzazione di una doppia corsia separata da spartitraffico, opzione più volte scartata per i costi elevati (il tracciato ha tanti viadotti), si è pensato addirittura di realizzare un tracciato ex-novo parallelo a quello esistente e separare il traffico pesante da quello leggero.

Ancora, è stata avanzata l’idea di installare autovelox o sistemi tutor per ridurre la velocità, o anche di sfruttare la linea ferroviaria Potenza-Foggia come una metropolitana di superficie, dal momento che segue lo stesso tracciato stradale, e invogliare così gli abitanti a lasciare l’auto e spostarsi in treno.

Troppi sono stati i proclami da parte di politici, amministratori, ministri e viceministri (in ultimo si ricorda la visita del viceministro alle Infrastrutture Nencini nel Maggio scorso) ma poche le soluzioni concrete.

E nel frattempo la strada porta con sé tristi bollettini da guerra, l’ultimo ieri sera dove ha perso la vita un ragazzo di Barile.