MONTICCHIO: NON C’È PACE PER IL MUSEO DEL VULTURE, DISPOSTA LA CHIUSURA

Non c’è pace per il Museo di Storia Naturale del Vulture situato nell’Abbazia di San Michele Arcangelo a Monticchio.

L’ufficio Cultura e Biblioteca della Provincia di Potenza ne ha comunicato la chiusura per questo motivo:

L’Ente non ha più le disponibilità finanziarie, in attesa dell’approvazione del bilancio, per assicurarne l’apertura al pubblico, la quotidiana gestione ed i relativi costi.

Sono necessari, inoltre, interventi di messa in sicurezza di alcuni spazi interni alle esposizioni museali che dovranno essere finanziati in via straordinaria.

Già nel Gennaio 2015 si dispose la chiusura temporanea per mancanza di fondi.

Si tratta di una chiusura temporanea ma considerati i motivi non è certamente una buona notizia per il rilancio del Parco del Vulture che da tempo necessita di essere valorizzato.

Antonio Guglielmi, segretario regionale Uil Fpl di Basilicata, ha dichiarato:

“La decisione cade, purtroppo, nel pieno della tradizionale raccolta delle castagne che nella zona richiama un notevole flusso di turisti e visitatori.

Le ragioni sono  da ricercare all’interno della sciagurata riforma delle Province, fatta esclusivamente di tagli indiscriminati che stanno portando molti enti al dissesto finanziario e incidono in modo deleterio sui servizi.

Al momento mancano le risorse per garantire la sicurezza e la tutela del patrimonio culturale, di qui la decisione di chiusura della struttura. È bene ricordare che il Museo di Storia Naturale del Vulture rappresenta un bene culturale ed ambientale di inestimabile valore in un’area a forte vocazione turistica  che va rilanciata. Un attrattore straordinario capace di fare da volano agli stessi programmi collegati a Matera 2019 Capitale della Cultura. Ogni anno, infatti, visitano questo Museo decina di migliaia di persone.

La UIL FPL, pertanto, nel chiedere la riapertura della struttura, sollecita la Provincia di Potenza e soprattutto la Regione ad intervenire per consentire al Museo di continuare a vivere e agli operatori che ci lavorano di avere garanzie sulla sicurezza e sulla  agibilità della struttura”.

Speriamo che si possa risolvere quanto prima questa incresciosa questione.