Melfi, sentenza Rendina Ambiente: queste le precisazioni della società

In merito alla sentenza di condanna per incendio colposo pronunciata dal Tribunale di Potenza il 22 luglio, questa la precisazione da parte della società Rendina Ambiente:

“Il processo ha avuto per oggetto un evento del 2 ottobre 2011 quando hanno preso fuoco circa tre metri cubi di rifiuti depositati all’esterno del termovalorizzatore, incendio poi rapidamente estinto per l’attivazione dei dispositivi di sicurezza dell’impianto e per l’intervento dei Vigili del Fuoco.

L’evento non comportò alcun danno agli impianti del termovalorizzatore o verso proprietà limitrofe e, soprattutto, non causò la dispersione di inquinanti dannosi all’ambiente circostante.

Il termovalorizzatore era ed è dotato di adeguati sistemi antincendio, tanto che la regolare certificazione di legge rilasciata dai Vigili del Fuoco è stata confermata anche dopo l’evento oggetto del processo.

Rendina Ambiente presenterà appello contro la sentenza del Tribunale di Potenza essendo convinta della ingiustizia della condanna. La società ha già presentato prove testimoniali, documentali e tecniche che hanno attestato come quell’evento, secondo le leggi scientifiche, non potesse neppure definirsi “incendio”.

Ciò premesso, è doveroso ricordare che la condanna (oltre che l’imputazione) è per “incendio colposo”, e non per disastro colposo, evento ben più grave che potrebbe far intendere una compromissione ambientale, in realtà mai verificatasi.

La società precisa, inoltre, che non vi è alcun collegamento tra l’episodio del 2011, giunto a sentenza lo scorso 22 luglio, con l’attuale procedura di bonifica ambientale in corso nella deputata Conferenza di Servizi.

La procedura volta alla bonifica – iniziata nel 2009 con costi sostenuti da Rendina Ambiente pari a circa 6,5 milioni di euro – è purtroppo proceduta nel passato con gravi ritardi dovuti a svariati motivi;

la società auspica che l’iter non sia rallentato da eventi che nulla hanno a che fare con la procedura di bonifica e auspica che si possa procedere rapidamente garantendo il regolare esercizio di un’attività di impresa riconosciuta di interesse nazionale”.