I MEDICI DEL CROB DI RIONERO A MELFI: “DI TUMORE AL SENO SI GUARISCE MA È MOLTO IMPORTANTE CHE…”

Un incontro interessante e soprattutto istruttivo quello che si è tenuto ieri sera a Melfi presso il Centro Nitti.

Fidapa, Cif e Università Popolare hanno infatti organizzato l’evento dedicato al tumore al mammella invitando i medici del Crob di Rionero che da tanti anni sono impegnati nella ricerca e nella terapia di uno dei mali più diffusi nelle donne.

Dopo i saluti di Inelda di Maio, presidente Fidapa, anche a nome di Rena Galgano, presidente Cif, e di Rosa Zinna Berardi, presidente Università Popolare, la dottoressa Capobianco, responsabile delle attività multidisciplinari del Crob di Rionero, ha moderato la serata invitando gli ospiti presenti a condividere le loro riflessioni.

Presenti il primario e senologo del Crob, dottor La Torre, il dottor Ardito, la dottoressa Dinardo, il dottor Serio e il dottor Cammarota.

I loro interventi sono stati a 360 gradi, presentando dati aggiornati che ci dicono che i morti per tumore per la prima volta diminuiscono (dati Istat 2013) grazie anche alla ricerca e alla prevenzione.

Spazio poi alla prevenzione, considerata la prima vera medicina: un corretto stile di vita fatto di dieta mediterranea equilibrata, attività fisica, lontani da alcol e sigarette (queste ultime responsabili di un terzo dei tumori) riducono ai minimi i rischi di insorgenza. Ci sono anche fattori genetici ed ereditari e su quelli la ricerca sta andando avanti per cercare di trovare il giusto approccio per saperli affrontare.

Sul tumore alla mammella è stato sottolineato più volte l’importanza dell’ecografia mammaria che già a 25 anni dovrebbe essere fatta annualmente.

Inoltre la nostra regione è una delle poche in cui è attivo uno screening capillare e gratuito a partire dai 40 anni di età (prima era dai 45 anni).

Le donne devono inoltre avere un rapporto più diretto con il proprio corpo perché la cosiddetta prevenzione secondaria passa soprattutto dalle mura domestiche: saper riconoscere visivamente i sintomi, palparsi, sono ottimi strumenti per capire in tempo se c’è qualcosa che non va.

La lente si è spostata anche sulle tecniche messe in atto per fare una diagnosi precoce ed evitare che il tumore venga scoperto in stato avanzato: da questo punto di vista importante è il lavoro dell’equipe composta da tanti professionisti che insieme decidono come intervenire nel migliore dei modi.

Attenzione anche ai delicati interventi chirurgici come la mastectomia che spesso è una sofferenza fisica e psicologica per diverse donne.

Un interessante progetto presentato alla Regione riguarda il monitoraggio di 2500 donne lucane che hanno la predisposizione genetica a sviluppare il tumore.

Il pubblico, prevalentemente femminile, ha seguito con interesse ponendo alcune domande ma soprattutto portando a casa un importante bagaglio conoscitivo.

Perché di tumore al seno, come hanno più volte rimarcato i medici, si guarisce.