La stretta sullo smartphone alle medie ha avuto il suo effetto: la percentuale di studenti che continuano ad usare di nascosto il telefonino per usi personali durante le lezioni si è fortemente ridotta durante questo anno scolastico.
A suggerirlo come riporta tgcom24 sono i dati rilevati dal portale Skuola.net che, attraverso una ricerca che ha coinvolto 2.800 studenti di scuole secondarie inferiori superiori, per monitorare il rapporto tra istituti, studenti e dispositivi digitali.
Alle superiori, però, la musica è molto diversa e questo può contribuire a spiegare perché a Viale Trastevere abbiano deciso di intervenire con un provvedimento simile anche qui.
Infatti, nell’anno scolastico appena trascorso solo il 16% degli studenti di questo grado di istruzione ha affermato che, durante le lezioni, nessuno usa lo smartphone per scopi personali.
In mezzo le varie sfumature: dal 37% che sostiene che la trasgressione delle regole è appannaggio di pochi al 36% che invece denuncia come attualmente questa sia un’abitudine della maggioranza, se non addirittura, nell’11% dei casi, di tutti.
Sì perché l’uso del telefonino per scopi personali era comunque proibito e i singoli istituti avrebbero dovuto adottare dei regolamenti interni e delle procedure adeguate a far rispettare l’indicazione ministeriale.
Purtroppo questo non è avvenuto in tutte le scuole secondarie di secondo grado: è stato il 61% degli studenti intervistati (contro il 91% rilevato nel primo grado) ad aver detto che esiste un regolamento scolastico con indicazioni chiare e precise su come può essere usato lo smartphone nell’ambiente didattico.
Laddove esiste un regolamento, poi, l’autonomia scolastica decide come applicare il principio generale: nell’8% dei casi i device vanno consegnati all’ingresso, nel 44% invece devono restare spenti solo durante le lezioni o, nel 12% dei casi, per tutta la permanenza nell’edificio scolastico. Per la restante parte del campione l’uso è consentito per soli scopi didattici.
E gli altri? Dove non esiste il “libretto di istruzioni” c’è maggiore flessibilità.
Il 30% degli studenti ha ricevuto indicazioni “orali”, diverse di classe in classe.
Il 21% ha avuto una semplice raccomandazione a non usare il telefono durante le lezioni, ma nella pratica tutto dipende dalla tolleranza del singolo docente: succede così per il 72% degli studenti.
Infine, per un 7%, il divieto non scritto si traduce in una sorta di patto informale tra scuola e famiglia.
Così Daniele Grassucci, direttore di Skuola.net:
“I giovani sono assolutamente consapevoli che l’uso eccessivo delle nuove tecnologie può avere effetti negativi anche sull’umore e sul proprio benessere mentale, tant’è che l’argomento sul quale vorrebbero essere maggiormente formati in tema di media literacy è proprio imparare a passare meno tempo nella dimensione digitale.
Ma chiaramente, come tutti i ‘dispensatori di dopamina’, è difficile separarsene facilmente: quindi se in un primo momento è ipotizzabile che un’eventuale stretta sugli smartphone possa generare sia reazioni negative che positive da parte degli studenti, alla lunga potrebbe essere anche apprezzata, come dimostrano alcune sperimentazioni ‘smartphone free’ sia in Italia che all’estero. Starà ai singoli istituti trovare il giusto modo per applicare queste nuove direttive, dialogando con gli organi collegiali che saranno chiamati da concertare i regolamenti”.