TRAGEDIA NEI CAMPI! UN AGRICOLTORE HA PERSO LA VITA

Ieri una tragedia si è consumata nelle campagne della nostra provincia: un lucano ha perso la vita.

Si tratta di un agricoltore di 78 anni che è deceduto dopo essere stato schiacciato dal suo mezzo agricolo mentre lavorava la terra nelle campagne di Tolve (PZ).

A nulla sono valsi i soccorsi dei sanitari intervenuti tempestivamente.

Mimmo Guaragna, presidente dell’Anp (Associazione Nazionale Pensionati) della Cia-Agricoltori Basilicata sottolineando che i pensionati sono la spina dorsale dell’agricoltura lucana e con passione dedicano il loro tempo a coltivazioni che in molti casi senza di loro sarebbero abbandonate, ha affermato:

“Il tragico incidente mortale di un agricoltore di 78 anni nelle campagne di Tolve ci colpisce due volte perché la sicurezza nei lavori agricoli resta un tema di forte emergenza, specie a pochi giorni dalla Festa del Lavoro che i sindacati confederali hanno voluto dedicare proprio alla sicurezza, e perché la presenza a lavoro nelle nostre aziende agricole persino di 80enni è molto diffusa.

Ma secondo i dati Inail in Provincia di Potenza se nel corso dell’ultimo anno diminuiscono gli infortuni sul lavoro nel comparto industriale (-8%) aumentano quelli nel comparto agricolo (+ 4%) a riprova che c’è ancora molto da fare.

La Cia all’interno delle iniziative che ogni anno si svolgono a maggio “mese del sociale” con la campagna “Coltiviamo la vita” ha da tempo portato a termine “Agriprev”, unico progetto di ricerca sulla prevenzione dei rischi nei luoghi di lavoro per il settore agricolo selezionato dal ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

L’agricoltura non necessita di grandi e sofisticati sistemi di prevenzione e controllo della sicurezza ma piuttosto di buone pratiche, di giuste precauzioni tecniche e di una razionale organizzazione del lavoro, elementi di forte incidenza sull’abbattimento dei rischi.

Inoltre è necessario investire, in via prioritaria, sulla formazione e l’informazione dei datori di lavoro e dei lavoratori.

Uno degli obiettivi che si prefigge il progetto Agriprev è proprio la semplificazione e la modularità degli adempimenti in base alle tipologie dei destinatari.

Il nostro traguardo è quello di far in modo che la prevenzione all’interno delle aziende agricole sia sempre più efficace ed efficiente”.

L’Anp-Cia Basilicata evidenzia:

“Gli ultrasessantenni sono circa il 20 per cento della popolazione ed entro 15 anni raggiungeranno il 25 per cento.

Attualmente oltre l’80 per cento (in pratica 8 su 10) degli anziani chiede servizi sociali, sanitari e assistenziali pronti ed efficienti.

Ciò comporta che sono sempre più numerosi gli agricoltori lucani over 65 anni che, per sopravvivere, aiutare la famiglia e arrivare a fine mese, continuano ad occuparsi dei lavori nei campi.

Una distorsione che azzera il ricambio generazionale in agricoltura.

Siamo di fronte a pensioni da fame per chi ha lavorato in agricoltura, le più basse d’Europa.

Questo costringe i produttori a continuare l’attività, bloccando il turn-over nei campi.

Ma il problema delle cifre rimane e sono quelle che bloccano un’agricoltura italiana troppo anziana – i titolari di azienda sopra i 65 anni sono il 43% del totale della forza lavoro in agricoltura– e incapace di rinnovarsi.

E la ‘colpa’ se di colpa si può parlare non è certo degli agricoltori over 65 che vorrebbero lasciare il posto a chi ha più energia, idee, prospettive di innovazione, ma non può farlo perché la contropartita è una pensione da fame”.

La direttrice Cia Potenza Giovanna Perruolo, ha spiegato:

“La Confederazione italiana degli agricoltori da tempo si sta battendo a favore della categoria che vede pensionati che a differenza degli altri continuano a lavorare.

E non capisco se lo fanno per passione o perché hanno bisogno di arrotondare la pensione; anche se, a mio avviso, stare alla guida di un trattore ad età avanzata, diventa pericoloso.

Per questo Cia pone l’attenzione soprattutto sulla necessità di garantire pensioni più eque, per non ritrovarsi in futuro con agricoltori di prima fascia che potrebbero andare a percepire 297 euro al mese.

Una pensione a dir poco da fame e assolutamente insostenibile: un tema su cui si sta lavorando anche a livello nazionale”.