Nel Vulture-Melfese 200 braccianti nell’immondizia e senza acqua! “Non è questa integrazione”. La denuncia

Riceviamo e pubblichiamo il Comunicato Stampa di Flai Cgil su quanto hanno constatato i volontari della Flai Cgil con il Sindacato di strada, da due settimane impegnati nei luoghi della raccolta del pomodoro nel Vulture-Melfese.

Sono lì per offrire assistenza ai lavoratori, diffondere materiale informativo, informare sui contratti tradotti in diverse lingue e sui servizi cui i lavoratori hanno diritto, offrendo consulenza legale e contrattuale.

Ecco nei dettagli:

“Sono circa 200 i braccianti stagionali stranieri che si sono stanziati in alloggi di fortuna nelle campagne tra:

  • Montemilone (PZ),
  • Palazzo San Gervasio (PZ),
  • Venosa,
  • Lavello.

Allo stato attuale, i posti occupati nel centro di accoglienza dell’ex tabacchificio di Palazzo San Gervasio (PZ) sono 150 su 200, a breve la struttura dunque raggiungerà la saturazione.

È evidente che il numero di migranti che si accamperanno nei ghetti è destinato a crescere.

Terre di nessuno, luoghi in cui i lavoratori vivono tra cumuli di spazzatura e assenza di acqua corrente per i servizi igienico sanitari e di acqua potabile.

In questi giorni ci stiamo occupando, inoltre, della consegna di acqua in bottiglie minerali, per garantire quel minimo di riposta ai bisogni essenziali dei braccianti.

Abbiamo dunque fatto richiesta alle industrie di imbottigliamento di acqua minerale di fornire acqua gratuitamente”.

Alla luce di ciò, il segretario generale della Flai Cgil Basilicata, Vincenzo Esposito, lancia un appello ai sindaci dei Comuni interessati affinché vengano garantiti nei ghetti i servizi minimi essenziali di raccolta dei rifiuti e di uso dell’acqua potabile:

“Sia chiaro non è questo il modello di accoglienza e integrazione che noi promuoviamo.

Continuiamo a condannare con forza e a combattere il caporalato e il reclutamento illegale della manodopera in agricoltura, ma purtroppo la situazione che si è venuta a creare richiede degli interventi immediati nella salvaguardia dei diritti universali di questi lavoratori, come il diritto alla salute, fortemente compromesso.

L’appello è rivolto anche alle associazioni agricole di categorie affinché anche gli imprenditori si facciano carico della situazione, garantendo ai lavoratori una sistemazione dignitosa”.