IN BASILICATA DATO ALLARMANTE: “DONNE MALTRATTATE SUL POSTO DI LAVORO”. A DICHIARARLO…

La parità di genere è un tema ancora molto caldo al giorno d’oggi e, nell’occasione della giornata dedicata alle donne, la Consigliera regionale di Parià, Ivana Erica Pipponzi, approfitta per ricordare quanto lavoro ci sia ancora da fare per stabilire la parità fra i sessi ed eliminare il più possibile la piaga della violenza sulle donne:

“La ricorrenza dell’8 marzo, Giornata Internazionale della Donna, impone delle riflessioni, specie in un momento storico in cui, lungi dall’affermazione di una raggiunta parità, si assiste alla preoccupante crescita di fenomeni quali violenza, sopraffazione e segregazione delle donne.

La violenza contro le donne è un problema strutturale della società e che, per sua radice, rientra nell’alveo delle discriminazioni di genere presenti nei vari ambiti della vita quotidiana di moltissime donne, anche in ambito lavorativo.

Ed è proprio nell’ambito delle discriminazioni di genere nel mondo del lavoro, nelle sue più svariate sfaccettature (disparità salariale, sfruttamento delle donne nel lavoro nero, persistenza degli stereotipi culturali, licenziamenti per maternità e molestie sessuali sui luoghi di lavoro) che la Consigliera di parità – quale pubblico ufficiale – non può restare inerme”.

La Consigliera sottolinea come la parità passi attraverso la valorizzazione e al rispetto delle naturali differenze tra uomo e donna, senza far scaturire da esse un discriminatorio trattamento sociale in base alla natura, appunto, tipicamente maschile o femminile delle stesse:

“Per questo, nel ribadire l’importanza della differenza, è necessario valorizzare la categoria della parità dei generi (e tra i generi), nella consapevolezza che l’empowerment delle donne è il vero fattore di sviluppo per la crescita della società e dell’economia.

A quasi un anno e mezzo dal mio insediamento, ho ascoltato tantissime donne vittime di discriminazioni e violenze a seguito di problematiche legate alla maternità o per molestie sessuali o per mancato avanzamento di carriera, mobbing o lavoro nero, supportandole anche nelle azioni giudiziarie; con altrettanta incisività ho avviato importanti azioni positive nell’ambito della conciliazione vita-lavoro, della rimotivazione al lavoro dopo i percorsi di violenza, di formazione sui temi delle molestie sessuali e violenza sui luoghi di lavoro”.

Dato allarmante in Basilicata, così come ci informa la Pipponzi, in merito ad occupazione femminile e trattamento delle donne sul posto di lavoro:

“Ma c’è ancora moltissimo da fare perché la nostra Regione è tra i fanalini di coda nello scenario nazionale in tema di occupazione femminile, welfare aziendale, natalità ed un’ancora imponente numero di dimissioni per maternità.

Ancora troppe poche donne lucane trovano il coraggio di formalizzare la denuncia per le molestie sessuali subite sul luogo di lavoro per paura di ritorsioni da parte del datore di lavoro.

I dati ISTAT riportano che l’8,9 delle dipendenti è vittima di ricatti sessuali in cambio di assunzioni o promozioni.

Una donna su cinque ne parla e solo lo 0,1 % dei casi finisce in Tribunale.
La via maestra per tutelare e migliorare la condizione femminile, deve essere l’applicazione della Risoluzione Europea sulla ‘Creazione di condizioni del mercato del lavoro favorevoli all’equilibrio tra vita privata e vita professionale’ (approvata nel settembre 2016) e della Convenzione di Istanbul, ancora poco conosciuta ed applicata.

L’obiettivo, dunque, è dare forma ai contenuti della Risoluzione Europea, mediante:

  1. l’intensificazione dell’impegno in materia di work-life balance per incrementare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro;
  2. la modernizzazione del mercato del lavoro che agevoli la conciliazione vita privata-lavoro, realizzato col telelavoro e con lo Smart working;
  3. l’aumento e la diffusione della cultura del congedo di paternità obbligatorio, e conseguente investimento sul welfare.

È fondamentale, peraltro, diffondere la cultura della parità e delle pari opportunità già nella Scuola per meglio contrastare sul nascere gli stereotipi di genere, così da scongiurarne la radicalizzazione.

Su questo ultimo punto, il recente Protocollo d’Intesa, tra la Consigliera nazionale di parità e il MIUR, ha sancito un percorso virtuoso, anche a livello Regionale, tra dette Istituzioni in merito allo sviluppo della cultura paritaria e il contrasto alla violenza di genere, individuando proprio nelle Consigliere regionali, dislocate su tutto il territorio nazionale, i presidi e le referenti deputate a dare piena attuazione al Protocollo”.