A VENOSA SI APRE LA PRIMA ASSEMBLEA NAZIONALE DEDICATA AI BRACCIANTI MIGRANTI

Domenica 25 Settembre 2016 alle ore 16,30 presso la ex chiesa Convento San Domenico in Venosa si terrà l’assemblea nazionale della categoria braccianti voluta dall’USB per dibattere sulle problematiche attinenti il settore con riguardo anche alla situazione dei braccianti migranti.

In merito all’assemblea l’USB ha rilasciato il seguente comunicato:

I prodotti (pomodori, arance, ecc…) che arrivano sulle nostre tavole dai campi di raccolta, passando per i banchi dei supermercati o mercati rionali, nascondono una filiera organizzata a partire dalla fatica di uomini e donne sottoposti a ritmi e livelli di lavoro spesso basato su sfruttamento e nuove forme di schiavitù.

Secondo il rapporto dell’ISTAT pubblicato il 6 Giugno 2016 in relazione all’anno 2015, la produzione agricola in Italia cresce in tutte le aree ad eccezione del Nord-Ovest (-1,1%) e gli aumenti maggiori si registrano nelle aree del Sud Italia (+5,9%) e del Centro Italia (+3,5%): l’agricoltura si conferma settore economico “in salute”.

Ciò che non raccontano questi numeri è la condizione di vita in cui avviene questa crescita economica, ovvero le condizioni lavorative, abitative, pensionistiche della massa di uomini e donne che lavorano nelle campagne e nelle serre agricole in giro per l’Italia.

Questa filiera nasconde infatti uno spaccato di contraddizioni sul piano dei diritti e della dignità dei lavoratori e delle lavoratrici. Perché ciò che colora e arricchisce i vostri e i nostri piatti di pasta è il prodotto della fatica e del sudore di chi risulta persona non gradita quando rivendica, in modo organizzato e collettivo, i propri diritti e la propria dignità.

I braccianti rappresentano strutturalmente la categoria più colpita dalla vulnerabilità sociale che caratterizza la grande filiera dello sfruttamento organizzato. Nei casi più gravi i lavoratori e le lavoratrici, spesso immigrati/e, sono costretti a vivere in veri e propri ghetti, ma anche in condizioni di vita meno emergenziali troppo spesso i braccianti agricoli lavorano senza diritti sindacali e sociali a partire dal salario.

È partendo da questo processo di sottrazione di diritti verificata sul campo – che accomuna tutta Italia da nord a sud, da est ad ovest (per citare alcuni luoghi emblematici, Boreano in località Venosa, Rosarno, Nardò, San Ferdinando, Foggia, Castelnuovo Scrivia, Vittoria, Latina,  ecc…)  –  che  ci  avviamo  verso  questo  primo  APPUNTAMENTO  ASSEMBLEARE,  che vedrà la partecipazione di lavoratori/lavoratrici agricoli. Saranno presenti anche contadini impegnati in un sistema alternativo alla GDO, promotori di un sistema agricolo alternativo etico e inclusivo, ed associazioni laiche e religiose attive nella difesa dei diritti sociali.

Siamo convinti che la lotta organizzata dei braccianti per i diritti sindacali e sociali rappresenti un elemento che mette in evidenza le contraddizioni nella grande filiera dello sfruttamento del lavoro. Si tratta di un percorso alternativo alla campagna per la “legalità” portata avanti da governo, alcuni sindacati, associazioni datoriali di categoria e organizzazioni del terzo settore in nome di una finta lotta al caporalato (sic!) e per la “legalità”: con la loro strategia invece di colpire i datori di lavoro, che utilizzano i braccianti sottoponendoli a condizioni lavorative arcaiche senza rispettare i contratti di lavoro che pure sono siglati dalle loro Organizzazioni di categoria, colpiscono l’organizzazione dei braccianti, senza intaccare minimamente il caporalato rappresentato dalla grande filiera dello sfruttamento organizzato.

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