TRA VENOSA, PALAZZO E MONTEMILONE UNA NUOVA BARACCOPOLI: “È UN VILLAGGIO VERO E PROPRIO, FERMATE IL CAPORALATO!”

Il presidente del Consiglio regionale, Francesco Mollica, con una lettera indirizzata al prefetto di Potenza, al questore, al presidente della task force migranti e ai sindaci di Venosa e Palazzo San Gervasio, manifesta tutta la sua preoccupazione e quella della comunità locale per la realizzazione di una baraccopoli in contrada Mulino Matinelle,  che rischia di riproporre la stessa situazione verificatasi di recente a Boreano, nel venosino:

 “Sembrerebbe una zona fantasma quella che appare ai miei occhi in contrada Mulino Matinelle, nel territorio di confine tra Venosa, Palazzo san Gervasio e Montemilone. Questo ‘non luogo‘ rischia di diventare un altro covo per migranti e lavoratori stagionali del Vulture”.

Continua Mollica:

“È paradossale come queste costruzioni abusive siano a pochi passi da Venosa dove esiste una struttura di accoglienza, incrementata, dal 2 Agosto scorso a Palazzo San Gervasio presso l’ex tabacchificio, anche per l’accoglienza dei lavoratori stagionali. Se pensiamo che il numero dei migranti che arriveranno nel nostro territorio è destinato ad aumentare, è facile capire come queste speculazioni edilizie potrebbero avere ricadute sui vari livelli della comunità locale: dal sociale, all’economico, rischiando di minare sia l’ordine pubblico che l’aspetto sanitario.

È necessario allora che questi fatti non generino una cultura del silenzio a cui, poi, il caporalato si aggrappa e della quale si alimenta. Gli strumenti per azioni mirate di contrasto allo sfruttamento ci sono, così come risorse economiche e un coordinamento serio e intelligente tra istituzioni, Forze dell’Ordine, enti ispettivi deve essere messo in moto. Pensiamo alla delibera della Giunta regionale n. 767 del 26 Luglio scorso che ha come oggetto il ‘Protocollo sperimentale contro il caporalato’ e con cui si approva il progetto di accoglienza 2017 redatto dall’Organismo di coordinamento per le politiche dell’immigrazione di cui alla Dgr 864/2017″.

In conclusione, Mollica auspica che:

“Le istituzioni e autorità coinvolte si adoperino in azioni concrete volte alla risoluzione del fenomeno”.

Anche Vincenzo Esposito, coordinatore regionale Flai Cgil Basilicata, ha espresso tutte le sue preoccupazione circa il fenomeno del caporalato e delle baraccopoli.

“L’infiltrazione della malavita organizzata mina fortemente il lavoro posto in essere dal coordinamento regionale per la lotta al caporalato rafforzato da protocollo sperimentale nazionale per il contrasto al caporalato e allo sfruttamento lavorativo in agricoltura. Una misura che ha consentito di realizzare all’interno del centro di accoglienza di Palazzo San Gervasio un centro per l’impiego attualmente attivo e un ambulatorio sanitario. A breve partiranno anche le navette per il trasporto dei braccianti dal centro ai campi. Un risultato eccezionale, che pone le basi per il ripristino della legalità e la lotta allo sfruttamento in agricoltura che purtroppo, come evidente, ancora persistono.

Una situazione che riguarda non soltanto la provincia di Potenza ma anche il metapontino dove abbiamo riscontrato l’esistenza di baraccopoli simili. Ai fini della buona riuscita di quanto stabilito dal protocollo e dell’effettivo utilizzo da parte dei braccianti migranti delle strutture di accoglienza previste sia a Palazzo San Gervasio che a Metaponto, urge un immediato intervento degli organi competenti per una verifica delle condizioni di vita e di lavoro dei lavoratori e della presenza di forme di caporalato”.

E anche il responsabile della Caritas di Palazzo San Gervasio, don Teodosio Muscio, denuncia:

“In questa baraccopoli si è creata una vera e propria comunità di sfruttati e sfruttatori, con un sistema di economia locale. Il caporale diventa l’unico referente per centinaia di persone”.