CROB DI RIONERO: “STANNO CERCANDO DI UCCIDERE IL FIORE ALL’OCCHIELLO DELLA SANITÀ LUCANA”

Pubblichiamo di seguito il comunicato di Roberto Iosca, a nome del Comitato per la tutela dell’Irccs Crob di Rionero, in risposta alle precisazioni del direttore generale, dottor Cugno. che a sua volta aveva replicato ad un precedente appello del Comitato.

“In uno scarno intervento affidato alla stampa dal dott. Giuseppe Nicolò Cugno, Direttore Generale dell’Irccs Crob, le nostre denunce sono passate, a parere dello stesso, da “sensazioni” a “illazioni”.

Per smentirci il D.G., a fronte delle numerose segnalazioni riportate nella nostra lettera aperta, cita un finanziamento di 900.000 euro per assunzione di personale che noi avevamo confermato chiedendo (retoricamente) e poi dimostrando perché non si fossero ancora spesi quei soldi e cioè per il comportamento deliberatamente dilatorio di adempimenti regionali. Cita ancora il recentissimo finanziamento regionale di 6.974.000 euro che in un riparto di 31.000.000 complessivi ci sembra una cifra più che generosa (anche se riferita a programmi di interventi già in essere da tempo), se solo avessimo certezza che potrà essere utilizzata anche in parte per la spesa in aggiornamento di macchinari e tecnologia per le diagnosi e le cure ai pazienti e non già soltanto per opere di impiantistica.

Le finalità degli stanziamenti ad altre aziende ospedaliere consentono maggiore operatività e programmazione di spesa produttiva. Ci parla ancora del generico impegno, a babbo morto, assunto dal Presidente Pittella a consolidare nel prossimo Piano Sanitario (quello da cui, denunciammo, fu fatta sparire la indicazione del Crob quale sede Hub delle malattie oncologiche), del ruolo di coordinamento dell’Istituto sostituendo così una promessa a un tentativo, non ancora scongiurato, di furto certo. Saltiamo a piè pari l’impegno per i giovani ricercatori che tanto danno al Crob e che vedono una loro stabilizzazione sempre più lontana. Ci pare solo fumo negli occhi.

E su tutto il resto che abbiamo denunciato e che è tantissimo? Niente, meno di niente. Le risposte del D.R. non hanno smentito, anzi! Se a tutte le mancate risposte/smentite si aggiunge l’intervento fatto dal dott. Cugno durante la sua audizione in IV Commissione, che conferma tutte le nostre apprensioni, il quadro generale dello stato di salute dell’Irccs Crob si fa più chiaro anzi, molto molto più fosco e ci spinge a maggiore attenzione ed azione. Il Direttore Generale ha fatto una difesa di ufficio della Giunta Regionale che noi avevamo chiamato in causa e che ancora oggi è latitante nelle risposte forse perché ritiene la pubblica opinione, quella non allineata, non degna di chiarimenti concreti o più semplicemente perché quello che abbiamo scritto è tutto vero.

Nel suo, immaginiamo, immane sforzo per trovare argomenti a sostegno, il D.G. si avventura a sostenere che l’Irccs Crob ha incassato molto dalla Giunta Regionale dimenticando di dire però che non ha speso, come abbiamo dimostrato. Non ha speso in  personale, a copertura dei posti previsti nel Piano di Assunzione approvato dalla Regione (per i motivi più volte spiegati), non ha speso in investimenti per tecnologie innovative, niente in piani strategici per il potenziamento del Crob, non per autoreferenzialità ma per assicurare sempre migliori servizi ai pazienti.

Le criticità nascono infatti dalla mancata spesa dai mancati investimenti nel tempo. Se frutto di una scelta dirigenziale o di un adeguamento più o meno pedissequo a volontà (occulte) superiori e contrarie al mandato imposto dalla funzione a noi non è dato sapere. Forse una parte della spiegazione sta nel fatto che tutti gli utili che sempre l’Irccs Crob ha prodotto non sono mai stati, neanche in parte, resi disponibili per le esigenze della struttura stessa ma sempre “INTERAMENTE prelevati quale fondo perequativo per ripianare le perdite delle altre Strutture Sanitarie della Regione”, dove non è che sia dimostrato che la spesa sia stata saggia e oculata. Per noi è fin troppo facile dimostrare con fatti, e non con sensazioni o illazioni, citando, per brevità solo gli ultimi anni (ma da sempre è così), quanti utili sono stati trasferiti dall’Irccs Crob alla regione per risanare i passivi altrui.

  • 2013 – 3.124.000,00 euro
  • 2014 – 1.789.079,83 euro (di cui 367.000 quale saldo utili 2013)
  • 2015 – 3.156.019,00 euro così ripartita 1.023.000,00 all’ASP di Potenza, 1.244.000,00 all’ASM di Matera, 889.019,00 all’AOR San Carlo Potenza per un TOTALE di  8.069.098,83.

Sì, proprio oltre otto milioni di euro in un solo triennio, mentre all’Irccs Crob non era consentito nemmeno un piccolo investimento integrativo regionale nella ricerca o nell’acquisto di farmaci biologici che ben avrebbero potuto contribuire a salvare vite umane per non parlare di spesa in macchinari o ricambi di attrezzature vetuste. E, ancora, saremmo curiosi di sapere cosa si è fatto/speso per ovviare alle segnalazioni fatte nell’ultimo controllo perché garantire quei requisiti che consentano al Crob di conservare la sua qualifica di Irccs. La domanda, sempre retorica, apparirà ingenua ma noi continueremo a farla finché non ci risponderanno e non invertiranno le finalità della attenzione che i ben noti poteri forti esercitano sul Crob: perché si punta a far morire l’unico “giocattolo regionale” che produce utili anche e soprattutto per le esigenze della sanità lucana?

Sensazioni o illazioni che vogliano definirle noi continueremo a denunciare questi fatti finché l’azione della Giunta Regionale, dell’intero Consiglio ed in particolare dei Consiglieri del nostro territorio non diventi foriera di attività virtuose di potenziamento e rilancio dell’Irccs Crob per la tutela, in primis, della salute della gente lucana.

Non ci fermeranno i “torquemada” istituzionali, quelli in servizio presso la struttura e i loro sodali, anzi siamo noi ad avvertirli affinché invece di ostacolare la nostra azione che ha uno, e uno solo, scopo, impieghino il loro tempo e le loro energie per rimanere fedeli al mandato proprio derivante dalla loro funzione per garantire il miglior funzionamento dell’Istituto e non provocare ulteriore danni”.