“Venosa ed il suo ospedale non meritano di essere declassati”: la protesta

Lo scorso 21 maggio, davanti l’ospedale San Francesco di Venosa, c’è stato un presidio dei Sindaci dell’area del Vulture-Alto Bradano ed amministratori regionali che chiedono la riapertura della struttura assieme a tutti i presidi sanitari.

Pare infatti che la regione Basilicata voglia aprirne solo un paio di reparti.

Partendo dall’ospedale, in corteo, hanno raggiunto piazza Orazio i Sindaci di:

  • Venosa (Iovanni);
  • Ginestra (Pompa);
  • Banzi (Caffio);
  • Montemilone (D’Amelio);
  • Forenza (Mastrandrea);
  • il vice Sindaco di Ripacandida (Rondinella);
  • i consiglieri regionali Leggieri e Mollica;
  • il Senatore Lomuti.

Ad accoglierli il Consiglio comunale aperto della Città guidato dalla Sindaca Marianna Iovanni che ha detto:

“Questo consiglio è il risultato di tanti altri incontri.

E’ doveroso ricostruire tutto quello del passato.

Alcuni reparti dell’ospedale San Francesco sono stati trasferiti in locali non idonei.

Dal 31 marzo è cessata l’emergenza, ma di reparti da ripristinare nel nostro ospedale non se ne parla.

Fino ad oggi non si conosce la situazione della struttura.

Non ci resta che aprire un tavolo istituzionale con tutte le associazioni e cittadini.

Invito i colleghi ad unirsi in questa protesta per ridarci un ospedale così come era prima del Covid”.

Il Sindaco di Banzi ha riferito:

“I miei cittadini vivono in un paese distante 30 km da Venosa ed un’ora da Potenza, il che vuol dire che se qualcuno si sente male deve aspettare l’ambulanza, quella che proviene da Potenza, per impiegare due ore (tra andata e ritorno) prima di arrivare in ospedale”.

Il Sindaco di Montemilone, D’Amelio ha aggiunto:

“La nostra deve essere una battaglia per il territorio.

Abbiamo il dovere di unirci in questa protesta politica”.

Il Sindaco di Forenza è stato chiaro:

Venosa ed il suo ospedale non meritano di essere declassati”.

Il Senatore Arnaldo Lomuti ha detto:

“Questo è un momento in cui va auspicata l’unità.

Solo se restiamo uniti, si può vincere”.

Il consigliere regionale Gianni Leggieri ha aggiunto:

“Già nel novembre del 2020 il sottoscritto ha sollecitato di intervenire sull’ospedale.

Passato un anno e mezzo, ci siamo rivolti alla giunta regionale per sostenere il potenziamento dell’ospedale.

Fino ad oggi, alle parole promesse, non abbiamo avuto un riscontro”.

Alcuni cittadini hanno spiegato le difficoltà che incontrano nel portare in altri ospedali alcuni familiari:

“Abbiamo familiari che hanno problemi di salute, ma non ho un mezzo per portarli fuori da Venosa”.

Il segretario dell’associazione “Venosa in Azione” ha riferito:

“Quando si parla di salute non bisogna avere per forza una tessera politica.

Venosa durante la pandemia ha già dato tanto.

Se ci mobilitiamo tutti uniti, qualcosa avremo”.

Ecco le foto.