Palazzo, violenza di gruppo: “Bisogna mandare l’esercito, la Polizia non basta”, le parole di…

Qualche giorno fa, un gravissimo episodio di violenza sessuale si è consumato fra le mura C.P.R. (Centro Per il Rimpatrio) di Palazzo S.Gervasio.

Questo il commento del segretario generale del S.PP. (Sindacato Polizia Penitenziaria), Aldo Di Giacomo, che ha scritto al Prefetto di Potenza, dottoressa Giovanna Cagliostro, e al Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, sostenendo che:

“La situazione all’interno del Centro di permanenza per il rimpatrio (Cpr) di Palazzo San Gervasio (Potenza) con lo stupro di gruppo ai danni di un ospite extracomunitario non consente mezze misure.

Bisogna mandare l’esercito per ripristinare la legge italiana e mettere fine ad una condizione di ‘zona franca’ dove tutto, persino la violenza sessuale, è consentito.

I gravissimi fatti dimostrano che non basta la sorveglianza della Polizia di Stato all’esterno.

Nell’Aprile scorso, in 24 sono fuggiti da quel Centro e ancora, più di recente, a Luglio, un terrorista macedone, prima ospitato sempre al CPR di Palazzo, è stato arrestato perché progettava atti terroristici.

Siamo in presenza di un ‘enclave’ della criminalità e della illegalità in territorio italiano di cui il Ministro Salvini che, pure mostra il pugno duro contro i migranti irregolari, dovrebbe prendere piena consapevolezza e di conseguenza assumere provvedimenti da pugno duro.

Per questo in attesa di un provvedimento di chiusura di tutti i CPR compreso questo, attraverso l’immediata espulsione dall’Italia di tutti gli extracomunitari sospettati di crimini compiuti nei Paesi d’origine e che potrebbero commetterne da noi e quindi il loro rimpatrio immediato, non si deve ulteriormente tollerare che nella struttura di Palazzo regni la barbarie e la legge della violenza.

L’analisi dei dati del Ministero dell’interno conferma, invece, le difficoltà nell’eseguire i rimpatri nel nostro Paese e l’inefficacia dell’intero sistema di trattenimento ed espulsione degli stranieri irregolari.

Secondo il Rapporto sui Centri di Permanenza per il Rimpatrio, consegnata al Senato nel Dicembre 2017, dal 1 Gennaio al 31 Dicembre 2016 le persone transitate nei Cie sono state 2.984.

Di questi, 1.441 sono stati rimpatriati, circa il 48%; 216 persone sono state rilasciate per decorrenza dei termini; 1.166 rilasciate con provvedimento di allontanamento dall’Italia.

Altro dato su cui riflettere: secondo quanto dichiarato dal Ministro dell’interno alla Camera dei deputati, dal 1° Gennaio al 15 Luglio 2017 sono stati rintracciati in posizione irregolare 25.260 stranieri rispetto ai 21.147 dello stesso periodo (più 19,45 per cento).

Di questi, ne sono stati allontanati 12.206 (più 27,52 per cento rispetto ai dati dello scorso anno).

Ancora, nel 2016, a fronte dei 41.473 migranti rintracciati in posizione irregolare, i provvedimenti di rimpatrio complessivamente adottati (suddivisi in respingimenti alla frontiera, respingimenti del Questore, espulsioni del Ministro e del Prefetto, espulsioni dell’Autorità giudiziaria, ottemperanti alla partenza volontaria, ottemperanti all’ordine del Questore, riammessi verso altro Stato membro) sono stati 18.664, di cui 3.112 di espulsione con accompagnamento alla frontiera.

Siamo in presenza di una situazione che è completamente sfuggita di mano per il prevalere dell’atteggiamento buonista dell’accoglienza.

Se tutto questo non basta, la remissione in libertà del ghanese che ha ucciso un pensionato di 77 anni in ospedale a Sessa Aurunca testimonia che è stato superato ogni limite di sopportazione”.