Nel Vulture-Melfese cresce la preoccupazione per le estrazioni! Ecco i dettagli

Ascoltare i territori, salvaguardare l’ambiente e mettere la tutela della salute al primo posto in un processo costante di condivisione delle scelte con le comunità: lo chiedono dieci tra associazioni e realtà diocesane.

Lo fanno in una lettera indirizzata:

  • ai sindaci delle aree interessate dai permessi di ricerca di estrazione petrolifera ”Palazzo San Gervasio” e ”La Bicocca”;
  • ai vertici di Provincia e Regione Basilicata.

E lo fanno alla vigilia della scadenza prevista (14 settembre 2021) per la presentazione delle osservazioni del Piano per la Transizione Energetica Sostenibile delle Aree Idonee (PiTESAI).

”Ci auguriamo che le scelte vengano fatte con saggezza e lungimiranza” si legge nella lettera, che alleghiamo di seguito:

“Abbiamo bisogno di affermare con forza che è inconcepibile che una dimensione così importante e diffusa per una comunità, come l’ambiente, debba, ancora una volta, fare i conti con scelte che possono comprometterla irreparabilmente.

Infatti, le ultime notizie riguardanti la pubblicazione della documentazione sul PITESAI, in data 16/07/2021 da parte del MITE (Ministero della Transizione Ecologica), destano molte preoccupazioni per le sorti della nostra Regione e in particolare il Vulture-Melfese-Alto-Bradano, interessato dalle istanze di ricerca idrocarburi “Permesso Palazzo San Gervasio” e “La Bicocca”.

Non possiamo negare che spesso scelte infelici, sul piano politico, che attraversano le nostre comunità e la nostra società, sono tra le cause che hanno impedito e impediscono la crescita sociale e culturale del nostro territorio, incutendo paure e generando insicurezze.

Una visione di futuro che, come dice papa Francesco, implichi una ‘conversione ecologica‘, un cambio di passo tale da contrastare il progressivo depauperamento della nostra terra, non può prescindere da un cambiamento culturale, da un diventare tutti cittadini più responsabili, estranei ai meccanismi della delega, artefici e custodi del bene comune.

Non basta acquisire il mero concetto di “legalità”.

Il semplice rispetto delle regole non può essere la base di una formazione sociale e civile.

Le regole non sempre promuovono e difendono il bene comune e l’adesione alle regole può essere anche un atto opportunistico, mosso dall’interesse o dal timore o dal semplice conformismo, dunque tale da non coinvolgere l’etica della persona, la radice profonda del suo essere al mondo.

È a questa radice che dobbiamo mirare e indirizzare le nostre scelte nei luoghi istituzionali e non solo.

La legalità deve fondarsi sulla responsabilità, che è la legge della coscienza, quella che ci affida le sorti della nostra vita, la possibilità di scegliere, di decidere, ma anche il compito di essere liberi con gli altri e non contro gli altri, di impegnare la nostra libertà per liberare chi ancora libero non è.

È per mezzo di questa responsabilità vissuta, non solo teorizzata, che tutti noi, anche in contesti difficili, poveri di opportunità, dobbiamo scoprire la passione e la bellezza dell’impegno per il bene comune, dell’essere cittadini fino in fondo.

La bellezza di una vita che si fa ricerca di verità e si spende per costruire giustizia: fra tutte, la più degna di essere vissuta.

Questa responsabilità tocca a ciascuno di noi e alle istituzioni che ci rappresentano e comporta anche – anzi, prima di tutto – quella di mettersi in discussione; di interrogarsi sui propri limiti, sulle proprie motivazioni, sull’efficacia o meno degli strumenti messi in campo.

Ascoltare i territori, percepire le ansie e le preoccupazioni che li animano è ciò che più qualifica la politica come servizio alle persone, in cui la salvaguardia dell’ambiente e delle sue risorse appare profondamente connessa con i processi di sviluppo in termini di giustizia sociale, salute pubblica, lotta alle disuguaglianze, cura del creato.

Questo è un processo che va considerato nella sua globalità.

Ciò che accade in un’area della terra ricade, inevitabilmente, su tutti, richiamandoci ad una accresciuta responsabilità rispetto alle scelte che la politica dovrà compiere.

Bisogna trovare il giusto equilibrio!

Così non è per i combustibili fossili e la Val D’Agri ne è un tragico esempio.

La nostra Basilicata ha già pagato un prezzo altissimo in termini ambientali e questo non può essere ignorato.

Il bene comune non è la somma dei beni individuali ma il BENE per ciascuno: continuare in maniera così pervasiva nelle estrazione di combustibili fossili significherebbe compromettere, irreparabilmente, questo BENE.

Il 14 settembre 2021, come da avviso pubblico, è il termine ultimo per la presentazione delle osservazioni PiTESAI.

Tali osservazioni aprirebbero la strada all’esclusione dei territori lucani come aree idonee allo sfruttamento energetico.

Ci auguriamo che le scelte verranno fatte con saggezza e lungimiranza rispetto a quello che è il destino non solo della nostra regione ma dell’intero paese.

Questo documento vuole porsi come promotore di idee e azioni con lo scopo:

  • 1. di sollevare il senso di responsabilità per le popolazioni dei territori che sentiamo profondamente “NOSTRI”;
  • 2. di sostenitore con forza l’iniziativa avviata dalle associazioni per definire le ragioni per le quali non si può petrolizzare l’area;
  • 3. d’individuare risorse e competenze per la redazione delle osservazioni al PiTESAI, chiedendo, con forza, che tali Osservazioni, che noi associazioni stiamo preparando in modo puntuale insieme all’Ufficio Tecnico di Venosa e all’assessorato all’Ambiente del Comune di Venosa, possano essere condivise e sottoscritte;
  • 4. di promuovere una costante e democratica interlocuzione con le Istituzione e gli Enti preposti alla tutela dell’ambiente;
  • 5. di chiedere un tavolo tecnico in cui far emergere posizioni e criticità in uno spirito di reciproco rispetto.Noi tutte associazioni sentiamo forte il dovere di costruire ponti di dialogo con le Istituzioni affinché si dia seguito al desiderio di futuro di questa nostra terra di Basilicata.
  • EHPA BASILICATA LIBERIAMO LA BASILICATA;
  • LIBERA CONTRO LE MAFIE;
  • BASILICATA PRESIDIO di LIBERA VULTURE-ALTO BRADANO;
  • NO-TRIV – PRESIDIO VULTURE ALTO-BRADANO;
  • OSSERVATORIO POPOLARE PER LA VAL D’AGRI;
  • UFFICIO PASTORALE SOCIALE E LEGALITA -DIOCESI DI MELFI – RAPOLLA – VENOSA;
  • CIRCOLO LAUDATO SII – DIOCESI DI MELFI – RAPOLLA – VENOSA;
  • UFFICIO PASTORALE PER I PROBLEMI SOCIALI E IL LAVORO – ARCIDIOCESI DI ACERENZA;
  • AGESCI – REGIONE BASILICATA”.