Grande tesoro a Melfi: un frammento della “Vera Croce di Gesù”! Al suo tocco…

Una scheggia impercettibile, grande quanto un piccolo spillo, conservata all’interno di una teca apposita, i cui passi per giungere sino al luogo che la preserva sono tuttora sconosciuti.

Questa descrizione potrebbe appartenere a una Reliquia, dal valore incommensurabile, appartenente alla Vera Croce di Gesù.

Melfi ne è custode, precisamente il Museo Diocesano.

Con la Vera Croce (questo il nome definitivo con il quale viene identificata), altri sono gli oggetti comunemente definiti “Strumenti della Passione”, in quanto utilizzati per infliggere le pene a Gesù prima che trovasse la sua fine terrena:

  • il cartiglio con la scritta INRI (Gesù Nazareno Re dei Giudei);
  • i chiodi (tre o quattro);
  • la corona di spine;
  • la Lancia con la quale il centurione romano Longino trafisse il costato di Gesù crocifisso.

Secondo la tradizione cattolica, questi oggetti vennero ritrovati da Sant’Elena (madre dell’Imperatore Costantino) il 14 Settembre dell’anno 327 d.C., la quale allo scopo fece scavare l’area del Golgota, dove all’epoca sorgeva un tempio pagano.

Nello stesso giorno venne anche consacrata la Chiesa Del Santo Sepolcro di Gerusalemme e la Chiesa Cattolica fa ricadere la festa dedicata all’Esaltazione Della Santa Croce.

La croce fu rinvenuta insieme a quelle dei due ladroni e si narra che per riconoscere quella “Vera” esse vennero accostate ad una donna ormai prossima alla morte per malattia, la quale guarì miracolosamente al solo tocco della terza (è principalmente questo il motivo per il quale il legno sacro acquisì il nome di Vera Croce).

Ad oggi, il frammento più grande di questa importantissima Reliquia è conservato presso il Monastero di Santo Toribio di Liébana in Spagna (che, insieme a Gerusalemme, Roma, Santiago De Compostela e Caravaca De La Cruz, è uno dei luoghi Santi della Cristianità).

Altri della stessa origine si trovano anche presso:

  • la Chiesa di Santa Croce in Gerusalemme a Roma;
  • nella cripta del Santuario di Maria Ausiliatrice di Torino.

Accorrete al Museo Diocesano: un probabile tesoro attende solo la vostra presenza.