Melfi e Monte Sant’Angelo, uniti dal passato federiciano, si incontrano grazie alla scintilla di una madre e un figlio! I dettagli

Le scuole devono essere finestre affacciate di fronte, come quelle delle vie antiche, come paesaggi specchiati all’orizzonte.

Accade che due Istituti Comprensivi si incontrano, si ascoltano e cominciano a conoscersi.

Sta avvenendo alla Tancredi Amicarelli di Monte Sant’Angelo sul Gargano e alla Berardi Nitti di Melfi.

Le due scuole hanno avviato da poco un’intesa di gemellaggio, un incontro nato dalla scintilla di una madre ed un figlio: i professori Lucrezia e Matteo Quitadamo, docenti nelle due scuole.

Così, da questa iniziativa intima e condivisa le due dirigenti hanno deciso di avviare uno scambio culturale e didattico tra le due istituzioni scolastiche.

Nella giornata del 19 Dicembre, due nutrite scolaresche di Melfi si sono inerpicate sulle balze scoscese del Gargano, per l’occasione ammantate da una coltre ovattata di nebbia.

Le due classi prime della secondaria di primo grado sono state accolte nella sala della biblioteca da altrettante classi coetanee, gli alunni di Monte Sant’Angelo hanno fatto gli onori di casa e si sono proposti come guide per l’intera giornata.

La Dirigente Scolastica del Tancredi Amicarelli, prof.ssa Matilde Iaccarino, ha salutato gli ospiti e ha chiarito i motivi del gemellaggio:

“Siamo chiamati ad essere facilitatori di relazioni ed esempi concreti di apertura al mondo, la scuola non deve isolarsi ma favorire continuamente lo scambio educativo”.

I ragazzi hanno allora spiegato ai loro nuovi compagni lucani le particolarità storiche del proprio paese, aiutandosi con un a piccola drammatizzazione corredata da disegni e cartelloni.

L’assessore alla cultura, la professoressa Rosa Palomba, ha dato il benvenuto alla scuola di Melfi da parte di tutta la cittadinanza e ha illustrato le bellezze e i rilievi culturali del paese micaelico.

La professoressa Daniela Mastropietro ha portato i saluti della dirigente scolastica della Berardi Nitti, la professoressa Maria Filomena Guidi, e ha annodato un ulteriore filo di vicinanza tra Melfi e Monte Sant’Angelo: la devozione profonda nell’Arcangelo; ha quindi ricambiato l’invito in primavera per conoscere da vicino il Vulture Melfese.

L’allegro gruppo si è spostato all’esterno e si è arrampicato per le strette vie del centro storico, con pause nei punti salienti per ascoltare i giovanissimi ciceroni armati di megafono.

La nebbia ha accompagnato tutti gli spostamenti e ha donato alla giornata un’atmosfera di magia e di Natale.

Nella mattinata i ragazzi hanno scoperto i segreti dei due monumenti più importanti: la Basilica Celeste di San Michele e il Castello.

Qui un altro nodo è stato cucito: Melfi e Monte Sant’Angelo uniti da un comune e nobile passato federiciano.

Il pranzo è trascorso allegramente nel refettorio dall’abbazia di Pulsano dove tutti i presenti hanno assaporato le delizie locali e hanno avuto parecchie sorprese.

Il professore Matteo Quitadamo insieme all’amico Bernardo Bisceglia hanno rallegrato la comitiva al suono di piffero e zampogna.

Il duo dei Saraaba, Federico Scarabino e Assane Diop, ha fatto cantare i ragazzi con le sonorità calde della musica che si fa luogo d’incontro di culture e di vite.

Padre Efrem Massimo Valentini ha ipnotizzato l’uditorio con una lezione di storia a braccio su Santa Maria di Pulsano e sul senso della visita in un luogo così prezioso e spirituale.

Tornati a Monte Sant’Angelo, la rappresentanza dell’Istituto Berardi Nitti è stata spettatrice, in un auditorium gremito, del musical Sister Act, uno spettacolo di danza, canto e recitazione che ha al centro un messaggio di rivincita, di possibilità e di talento.

Tre comuni denominatori di tante realtà del sud, di tutte quelle piccole sfide meridionali che rilanciano e puntano ad essere modello di collaborazione, accoglienza e apertura.

Questo il sentito ringraziamento del professore Antonio Di Palma, per una giornata che si pone come preludio di un futuro ricco di sorprese:

“Nei miei viaggi ho sempre cercato di cogliere i dettagli come qualcosa che porti significato alla complessità: oggi ho trovato dettagli che parlano di un popolo in una scuola che accoglie e che ospita”.

Di seguito due foto della giornata.