IMPRESE LUCANE: “IL PETROLIO NON PUÒ ESSERE L’UNICA RISORSA SU CUI PUNTARE!”

Tra le imprese lucane, specialmente quelle situate in provincia di Potenza, cresce l’attenzione per la salvaguardia delle risorse naturali, attraverso una politica a basso impatto ambientale, improntata sulla valorizzazione di prodotti ecologici.

Il Centro Studi Confcommercio Imprese Italia di Potenza, su rielaborazione dei dati di un’indagine della Camera di Commercio di Milano, riferisce:

“Sono 508 le piccole e medie imprese in provincia di Potenza che, al primo trimestre 2017, sono in possesso di certificato ambientale ISO 14001.

In raffronto al 2012, l’aumento di imprese potentine nel settore ‘green’ è del 56,8% (cinque anni fa erano 324)”.

Fausto De Mare, Presidente di Confcommercio, commenta:

“È la dimostrazione che l’attenzione per l’ambiente è sentito sempre più come un fattore di competitività dalle imprese.

Un comparto importante, in cui le imprese stanno crescendo fortemente negli ultimi anni e da cui ci aspettiamo un rilancio dell’economia.

Oggi le imprese hanno l’opportunità di incrementare le vendite ed acquisire nuove quote di mercato attraverso lo sviluppo e la vendita di prodotti ‘Green’, qualificati e riconoscibili attraverso l’etichettatura ecologica e la certificazione Ecolabel.

Si apre così una nuova strada in un mercato che appare sempre più attento al consumo co-sostenibile: le scelte dei cittadini stanno infatti orientando le imprese di produzione, di servizi e del turismo verso le certificazioni ambientali di prodotto, al fine di poter dimostrare la corretta gestione degli impatti ambientali del prodotto.

Per noi è una strada che con le nostre imprese dell’ospitalità, dell’alimentare e dei servizi stiamo percorrendo soprattutto in Val d’Agri, dove è sicuramente più forte la dicotomia petrolio-ambiente-territorio.

Ebbene, abbiamo dimostrato che in Val d’Agri si producono alimenti di grande qualità e tipicità (formaggi, vini, fagioli, ecc.).

Le continue proposte che vengono qui da Comuni (tra tutti quello di Viggiano) e dalle associazioni di categoria (tra tutte la Cia), rafforzano quella che è una nostra antica e sempre attuale strategia.

Da qui vogliamo rilanciare ogni attività alternativa al petrolio che non può essere l’unica risorsa su cui puntare.

La green economy si dimostra dunque una delle più significative ed efficaci risposte alla crisi.

Una reazione che incrocia la natura profonda della nostra economia: la spinta per la qualità e la bellezza, naturali alleate dell’uso efficiente di energia e materia, dell’innovazione, dell’high-tech.

Una evoluzione di sistema avviata ‘dal basso’ e spesso senza incentivi pubblici da una quota rilevante delle nostre imprese.

Una scelta che si basa su investimenti e produce lavoro, non scontata in tempi di crisi, ma coraggiosa e vincente.

La circolarità dell’economia deve essere in sintonia con una struttura economica di piccole dimensioni, è una questione pragmatica e di esperienza”.