FCA DI MELFI, OCCUPAZIONE E CONTRATTI DI SOLIDARIETÀ: QUESTE LE ULTIME NOVITÀ

Ieri mattina a Melfi si è tenuto l’attivo dei delegati sindacali dello stabilimento Fca della Fim Cisl per fare il punto della situazione a pochi giorni dalla ripresa produttiva.

È quanto si legge in una nota della Fim Cisl che continua:

“Ad aprire i lavori, alla presenza del coordinatore nazionale di gruppo Raffaele Apetino, è stato il segretario generale Gerardo Evangelista che si è detto fiducioso per il futuro della fabbrica lucana e ha rivendicato un ruolo più attivo delle istituzioni locali su politiche industriali, trasporti e innovazione”.

Come già anticipato, il segretario generale Gerardo Evangelista guarda con fiducia al futuro della fabbrica lucana:

“Il nuovo piano industriale è un segnale di svolta rispetto alle incertezze del passato e ribadisce la mission globale di Melfi con un investimento importante che prevede un nuovo modello di fascia media e nuove motorizzazioni evolute per i modelli attualmente in produzione.

È la strada giusta ma va gestita con attenzione la fase di passaggio che dovrà essere la più breve possibile”.

Sul ricorso ai contratti di solidarietà, Evangelista ha detto che:

“È stata una scelta di solidarietà per non concentrare gli oneri su pochi lavoratori.

La risposta dei lavoratori è stata positiva perché c’è la consapevolezza che le sfide si vincono meglio insieme”.

Sotto la lente del sindacato, anche la situazione produttiva e occupazionale dell’indotto, con particolare attenzione alla questione della stabilizzazione degli interinali:

“Stiamo lavorando per continuare il piano di stabilizzazioni e dare una prospettiva più serena a tanti giovani che hanno trovato nella loro terra un’opportunità concreta di lavoro e di futuro”.

Infine, in vista delle prossime elezioni regionali, il segretario della Fim Cisl lucana ha detto che:

“Serve uno scatto e un riscatto della politica che su politiche industriali, ricerca, innovazione e formazione deve fare molto di più.

Siamo l’unica regione a non avere un corso di istruzione tecnica superiore collegata al mondo produttivo.

Si tratta di un handicap grave nel momento in cui il resto del paese si muove sui binari dell’industria 4.0”.