Basilicata, Sentenza storica della Cassazione: “il tempo che gli infermieri impiegano per indossare e togliere la divisa va retribuito”

Sentenza storica della Cassazione.

La Corte riconosce che il tempo che gli infermieri impiegano per indossare e dismettere la divisa rientra nell’orario di lavoro e di conseguenza va retribuito, poiché si tratta di attività integrativa dell’obbligazione principale e funzionale al corretto espletamento dei doveri di diligenza preparatoria.

A tal proposito:

“La UIL FPL di Basilicata ha inserito, nelle piattaforme presentate alle varie Aziende sanitarie, la quantificazione della retribuzione dei tempi di vestizione e svestizione (tempi utili per indossare e togliersi la divisa da lavoro: camice, mascherina, protezioni ecc.).

Perciò ha già recentemente chiesto, tramite una diffida del proprio legale, indirizzata a tutte le Aziende Sanitarie, che nelle prossime contrattazioni, alla luce della sentenza N°3901, di istituire una “retribuzione” da destinare ai tempi di vestizione e svestizione del personale del comparto sanità.

La recente sentenza 6954 del Luglio 2019 è da considerarsi storica in quanto afferma una volta per tutte che esiste una questione di demansionamento nelle Aziende Sanitarie in tutti i livelli e in tutte le categorie.

Ovviamente, la sentenza si riferisce prettamente agli infermieri e alla crescita di un intera area professionale e passa anche dalla consapevolezza del grave danno che si infligge ai pazienti, quando il loro tempo viene scippato, per dedicarsi ad attività che non rientrano assolutamente nel loro profilo professionale.

Da non sottovalutare le responsabilità che hanno i Dirigenti infermieristici, Coordinatori, e le figure intermedie che permettono tutto ciò.

Nelle nostre Aziende sanitarie, data la carenza di personale (e lo abbiamo sottolineato più volte nei nostri comunicati) vi è un forte demansionamento a cui occorre porre rimedio costringendo le Aziende ad assumere le giuste figure preposte, ognuna che svolga il proprio profilo e la propria mansione.

Questa, insieme ad altre sentenze, devono assolutamente richiamare l’attenzione di tutti gli attori della sanità: dai dirigenti alla politica affinché le questioni vengano affrontate e risolte definitivamente.

La UIL FPL ha già investito il suo pool di avvocati ed ha dato mandato di studiare la sentenza al fine di avviare varie azioni legali, magari collettive o individuali, e sta preparando la diffida da presentare alle Aziende.

Pertanto invitiamo i lavoratori a contattarci al fine di poter avviare la prima azione che è quella di sottoscrivere e diffidare l’Azienda, per poi intraprendere l’azione giudiziaria definitiva”.