“Adesso la Fca di Melfi cerca di forzare per riaprire, nonostante si è ancora in piena emergenza”. La denuncia

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa di Usb di stabilimento, Usb Basilicata Lavoro Privato:

“In Italia l’esposizione al contagio è ancora molto elevato, lo dimostrano le centinaia di morti quotidiane.

Se alcune regioni, tra queste la Basilicata, registrano oggi un numero basso di contagi è dovuto al fatto che tutta cittadinanza da un mese e mezzo è chiusa nelle proprie abitazioni.

Adesso la Fca di Melfi cerca di forzare per riaprire, nonostante si è ancora in piena emergenza.

Va assolutamente rigettata al mittente questa decisione, a maggior ragione se un sito industriale, come quello di San Nicola di Melfi, coinvolge lavoratori di più regioni.

Tantissime persone si recheranno in fabbrica con i pullman, questo passaggio è forse il momento di maggiore esposizione.

Ci sono tratte che durano, tra andata e ritorno, anche quattro ore, è facile quindi immaginare che rimanendo all’interno di un mezzo totalmente ermetico per tanto tempo, anche indossando la mascherina, se c’è qualcuno che ha contratto il virus ed è asintomatico,alla fine del viaggio, potrebbero essere molti i contagiati a prescindere dalle misure di sicurezza.

Gli autobus che accompagnano i lavoratori a San Nicola di Melfi sono decine, basta che quanto sopra ipotizzato si verifichi in uno di questi, basta che un gruppo di lavoratori scenda dal pullman ed entri in fabbrica perché accada l’irreparabile.

Secondo le disposizioni ministeriali e aziendali, ogni dipendente appena entrato in fabbrica dovrà pulire la propria postazione di lavoro.

Tutti abbiamo visto come vengono sanificate le città dal personale autorizzato, questi professionisti sono protetti dalla testa ai piedi, non c’è un solo centimetro del loro corpo che sia esposto, ai lavoratori di Melfi al massimo verrà dato un paio di guanti, una mascherina e gli occhiali.

Senza considerare che mancano le competenze necessarie, non si tratta semplicemente di spolverare la propria postazione, questo è chiaro, altrimenti non ci sarebbe stato bisogno di uno specifico decreto ministeriale.

In queste ore stanno anche girando foto e video dello stabilimento lucano in cui si vedono ambienti messi in sicurezza.

‘Curiosamente’ le immagini riprendono solo alcuni luoghi, aree relax e ingressi, dove il lavoratore potrebbe essere considerato responsabile delle proprie azioni e non quelli dove è l’azienda responsabile, ad esempio le postazioni di lavoro, dove si passa la maggior parte del tempo.

Oggi è rischioso uscire di casa anche per i pochi minuti necessari a svolgere le faccende essenziali, però qualcuno sta per obbligare centinaia di lavoratori a restare fuori dalle proprie abitazioni per undici ore o anche più, per produrre auto che in questo momento nessuno sta comprando.

La fase 2 la stanno imponendo i padroni per il loro profitto e come, al solito il prezzo, lo pagheranno i lavoratori e le loro famiglie”.