Acque del Vulture-Melfese meno competitive a causa di una tassa! I dettagli

Riceviamo e pubblichiamo il Comunicato Stampa ad opera di USR (Unioni sindacali regionali) Cisl Basilicata sulla questione delle acque minerali che vede i sindacati e i lavoratori appellarsi alla Regione.

Ecco quanto viene denunciato:

“Si torna a parla della norma approvata dal consiglio regionale sul finire dello scorso anno che ha modificato la legge regionale N. 43/96 in materia di acque minerali e termali introducendo nuovi oneri a carico delle aziende del settore per le acque imbottigliate.

I lavoratori degli stabilimenti Gaudianello-Toka, Fonti del Vulture, Fonti del Pollino e Fonte Cutolo, assistiti dalle federazioni sindacali di categoria Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil, hanno lanciato una sottoscrizione per esprimere ‘tutta la loro preoccupazione in merito alla modifica della legge regionale N. 43/96 in cui vengono rimodulati gli importi dovuti alla Regione dalle aziende concessionarie’.

Nel documento, inviato al presidente della giunta regionale, agli assessori competenti e ai consiglieri regionali, nonché alle controparti imprenditoriali, lavoratori e sindacati ritengono profondamente sfavorevole la tassa sull’emunto in quanto è acqua che non viene imbottigliata e non può essere tratta diversamente, pena il depauperamento delle caratteristiche delle sorgenti e delle acque.

Queste modifiche arrivano in un momento di estrema difficoltà per il settore: la pandemia ha provocato e sta provocando cali di fatturati e vendite dovute alla chiusura del mercato HoReCa (Hotellerie-Restaurant-Café, ndr) che pesa fortemente sulle imprese presenti in regione.

Due di queste aziende sono in cassa integrazione e una è in concordato di continuità, e a breve sarà anch’essa in cassa integrazione, a testimoniare la condizione di difficoltà’.

Per lavoratori e organizzazioni sindacali l’incremento degli oneri a carico delle aziende renderà le acque lucane meno competitive sul mercato per effetto di una maggiorazione di prezzo che i sindacati stimano intorno al 20 per cento, con ricadute che potrebbero essere drammatiche sull’occupazione diretta e sulle imprese dell’indotto, anche alla luce del fatto che sul settore pesa ancora a livello nazionale la plastic-tax, al momento accantonata.

L’invito, quindi, è quello di riconsiderare questi elementi di difficoltà e rivedere la modifica legislativa ritenendo più pertinente e utile stimolare attraverso le convenienze territoriali la possibilità per la nostra regione di diventare attrattiva di investimenti e occupazione attraverso una gestione oculata delle risorse e non varando tasse non ragionate, basate su studi ormai datati e fondamentalmente sbagliati.

Sulla scia dei numerosi incontri tenuti in questi mesi con gli amministratori locali dei centri interessati, Rionero (PZ), Melfi (PZ), Atella (PZ) e Viggianello (PZ), i sindacati non escludono la possibilità di estendere la sottoscrizione alla popolazione e alla società civile”.