A Venosa, Potenza e Matera 234 posti letto. Ecco come saranno suddivisi

Come da noi anticipato, oggi, in un videomessaggio pubblicato sulla sua pagina facebook, l’assessore regionale alla Salute e Politiche sociali, Rocco Leone, per fare chiarezza sulle ultime misure messe in campo dalla Regione per l’emergenza Covid-19, ha dichiarato:

“Abbiamo a disposizione 94 posti letto all’ospedale ‘Madonna delle Grazie’ di Matera, 40 al San Carlo di Potenza e 100 all’Ospedale di Venosa per il ricovero di pazienti affetti da Coronavirus che non presentano ulteriori complicazioni. Per la terapia intensiva possiamo contare su 64 posti, che possono diventare 90 in caso di necessità. Le altre terapie intensive presenti in Basilicata dovranno essere a disposizione di pazienti non affetti da Coronavirus.

Sono in arrivo 10 mila test rapidi che verranno distribuiti tra Potenza e Matera, così da rendere anche la città dei Sassi sede per effettuare test per una diagnosi più celere.

I test saranno estesi preliminarmente ai sanitari, medici e infermieri, e a chi vive in prima linea l’emergenza, come le forze dell’ordine e la polizia penitenziaria.

Ritengo necessario e doveroso fare chiarezza sulle strategie che la Regione Basilicata, attraverso il lavoro incessante della task force, sta mettendo in atto in questo momento per fronteggiare l’epidemia del Coronavirus.

Sulla scelta di Venosa, c’è da chiarire che occorreva individuare strutture senza altri ammalati, per evitare il rischio contaminazione. In questa logica, quella struttura era la più idonea, tanto che gli ammalati presenti sono già stati tutti trasferiti, in totale sicurezza, in altre sedi.

Non era idonea la struttura di Stigliano, dove si trova l’Hospice e dove non possono convivere malati oncologici con pazienti affetti da patologie infettive.

Così come non era idonea Tinchi, perché ci sono i lavori in corso e passerebbero mesi prima di rendere agibile la struttura, dotandola anche di impianti per la respirazione artificiale: sarebbe più facile attrezzare un ospedale da campo.

Molti sindaci hanno proposto alcuni ospedali dei loro territori, altri invece hanno contestato le scelte fatte sui loro territori. A tutti loro ricordo che l’ammalato è un individuo a cui vanno garantiti il massimo rispetto, la necessaria competenza e cure adeguate.

E, a proposito di rispetto e cure adeguate, occorre sottolineare che la rianimazione non può essere estesa altrove perché in Basilicata abbiamo carenza di anestesisti, nonostante i tanti avvisi emanati dalle aziende sanitarie. Questa figura professionale, indispensabile per il reparto di rianimazione, è merce rara.

Noi stiamo lavorando pensando allo scenario più pessimistico, mediante il confronto tra ciò che accade in Lombardia e quello che stiamo vivendo in Basilicata, pur considerando il tasso di popolazione. Tuttavia, dobbiamo ricordare che nella regione del nord si è intervenuti in totale emergenza per contrastare un fenomeno già diffuso, mentre in Basilicata, come nelle altre Regioni del Mezzogiorno d’Italia, stiamo intervenendo già da diversi giorni, mettendo in campo misure restrittive e costringendo i cittadini a stare a casa. I dati diffusi in queste ore sono fisiologici.

L’arrivo del Covid-19 nella nostra regione è consequenziale, come lo era il fatto che ci fossero dei casi accertati.

Ma sono numeri che non ci devono spaventare perché siamo attrezzati per sconfiggere questa epidemia”.

Infine, Leone ha ricordato che permane per i cittadini l’invito a rimanere a casa, così come sono valide tutte le restrizioni indicate nei provvedimenti del presidente Bardi.