A Melissa, bambina lucana, era stata negata una sedia a rotelle! Dopo una dura battaglia, ecco cosa è successo

Antonella era una madre preoccupata per il futuro della sua piccola Melissa.

Per lei ha portato avanti una dura lotta e oggi, finalmente, ha vinto.

Questo l’appello che lo scorso Settembre ha fatto il giro dei social:

“Salve, vorrei rendere pubblica, con il vostro aiuto, una situazione di disagio che sto vivendo io e soprattutto mia figlia Melissa, bambina di 10 anni disabile, costretta su una sedia a rotelle in quanto nata prematura a soli 6 mesi.

Riassumo il nostro calvario: da circa 5 mesi, Melissa sta aspettando dalle asl della Basilicata (matera) la sua nuova sedia a rotelle, in quanto quella attuale è diventata piccola.

L’attesa sembrava finita, ma quando la ditta appaltatrice ci convoca per la consegna, con grande stupore di tutti quanti, compreso il tecnico che doveva prendere le misure dell’unità posturale che permette a mia figlia di stare seduta in posizione corretta, constatiamo le misure extra large della sedia a rotelle.

Ci spiegano che tutto questo avrebbe comportato un grave danno di postura per mia figlia.

La ditta, molto umanamente, mi è venuta incontro cambiandomi la sedia a rotelle e dandomi finalmente, e senza chiedere un soldo in più alle asl, una su misura per Melissa, ma, incomprensibilmente, il direttore sanitario delle asl ha negato l’autorizzazione all’acquisto della più idonea sedia a rotelle pediatrica, malgrado questo non comporti nessun aggravio di spesa alle casse dell’asl.

Il direttore mi ha detto che devo prendere comunque la sedia assegnata a mia figlia, anche senza unità posturale (senza mia figlia non può stare seduta), che avrei dovuto andare dal prescrittore (fisiatra) il quale avrebbe deciso se bocciare la pratica e fare una nuova prescrizione per ripresentare una nuova domanda.

Capirete bene tutto questo che tempi lunghi comporti, nel frattempo mia figlia è costretta a stare seduta ricurva su una sedia diventata ormai piccola, in quanto sono trascorsi 5 anni dal suo utilizzo.

CHIEDO IL VOSTRO AIUTO AFFINCHÉ QUESTA SITUAZIONE VERGOGNOSA DIVENTI DI DOMINIO PUBBLICO, PERCHÉ NON È GIUSTO CHE LA BUROCRAZIA COLPISCA LE FASCE PIÙ DEBOLI”.

Appena poche ore fa, Gianluca Rospi, deputato del Movimento 5 Stelle, ha fatto sapere:

“Qualche giorno fa, sono intervenuto in aula per segnalare una spiacevole situazione di una ragazzina di 10 anni di Bernalda, in provincia di Matera, che da ben 7 mesi era costretta a trascorrere le proprie giornate ricurva su di una sedia a rotelle del tutto inadeguata per la sua età, perché fornita quando aveva 5 anni.

Oggi, invece, sono felice di condividere questa fantastica notizia: la ragazzina di Bernalda ha vinto la sua battaglia, infatti, ha avuto finalmente la sedia che le spetta!

Rivolgo il mio personale ‘in bocca al lupo’ alla ragazza, che ora potrà poggiarsi delicatamente su una sedia che la sostiene in maniera idonea, e un abbraccio particolare ai genitori, i quali hanno lottato, con dignità e coraggio, contro disguidi e sviste di malagestione del sistema sanitario regionale, che mai dovrebbero capitare”.

Il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Gianni Perrino, commenta:

“Apprendiamo con soddisfazione dell’avvenuta consegna della carrozzina alla bambina disabile di Policoro augurandoci al contempo che certi odiosi episodi non abbiano più modo di verificarsi.

Sulla vicenda avevamo depositato un’interrogazione all’assessore alla salute, Rocco Leone, ma il lavoro a singhiozzo del consiglio regionale non ha prodotto ancora risposte.

Come avevamo evidenziato nei mesi scorsi, questo non sarebbe un caso isolato: ci sono arrivate altre segnalazioni su ritardi da parte della ASM, ad esempio, nella fornitura di scarpe ortopediche.

Occorre un’attenta riflessione all’interno degli apparati amministrativi che si occupano direttamente di queste pratiche delicatissime.

Spesso ci si perde nei cavilli oppure si commettono superficiali errori, dimenticando che dietro certi processi si celano realtà difficilmente compatibili con le lungaggini burocratiche”.