Federconsumatori Basilicata lancia un grido d’allarme:
“il costo dei prodotti alimentari è aumentato del 25% in quattro anni, trasformando un diritto fondamentale – il nutrirsi – in un lusso per troppe famiglie.
I dati diffusi dall’Istat sono inequivocabili: dal 2021 al 2025 i prezzi dei beni alimentari sono cresciuti del 24,9%, con punte del +32,7% per frutta e verdura, +28,1% per latte, formaggi e uova, e +25,5% per pane e cereali.
Una crisi che colpisce i più fragili.
Le famiglie a basso reddito sono le più colpite: destinano una quota maggiore della loro spesa al cibo e subiscono in modo sproporzionato gli effetti dell’inflazione.
Nel 2025, il solo cibo rappresenta il 16,6% della spesa media degli italiani, ma per le fasce più vulnerabili questa percentuale è ben più alta.
Secondo il nostro Osservatorio Nazionale, una famiglia su tre ha ridotto la spesa alimentare, rinunciando a carne e pesce (-16,9%), cercando offerte e prodotti in scadenza (51% dei cittadini) e aumentando gli acquisti nei discount (+12,1%).
L’impennata dei prezzi è il risultato di una combinazione di fattori:
– Shock energetico dovuto alla guerra in Ucraina, che ha fatto salire i costi dei fertilizzanti e dei trasporti.
– Aumento dei prezzi internazionali delle materie prime nella fase post-pandemica.
– Eventi climatici estremi che hanno colpito i principali paesi esportatori.
– Speculazioni lungo le filiere, che hanno amplificato gli effetti degli aumenti reali.
L’Istat conferma che i prezzi degli alimentari freschi sono aumentati del 26,2%, quelli dei lavorati del 24,3%, e che i prezzi alla produzione dell’industria alimentare sono cresciuti del 21,4% tra il 2021 e il 2023.
Accogliamo con favore l’iniziativa del Garante per la sorveglianza dei prezzi, che ha promosso – su impulso del Ministro delle Imprese e del Made in Italy – un progetto di monitoraggio sperimentale dei prezzi al consumo nei capoluoghi di Regione, con il coinvolgimento di Unioncamere, BMTI e ISMEA. Ma il monitoraggio non è sufficiente.
Chiediamo con forza:
– L’intervento dell’Antitrust e di Mister Prezzi per indagare su eventuali anomalie nella formazione dei prezzi.
– Un piano straordinario del Governo per sostenere il potere d’acquisto delle famiglie e contrastare la povertà alimentare.
Federconsumatori Basilicata avanza una serie di misure concrete e urgenti:
1. Rimodulazione dell’IVA sui beni di prima necessità, con un risparmio stimato di oltre 516 euro annui a famiglia.
2. Istituzione di un Fondo nazionale contro la povertà alimentare ed energetica, con risorse dedicate.
3. Riforma fiscale equa, che restituisca quanto perso a causa del fiscal drag e sostenga i redditi medio-bassi.
4. Rafforzamento della sanità pubblica e del diritto allo studio, per ridurre le disuguaglianze sociali.
5. Controlli serrati contro la speculazione lungo le filiere, con sanzioni per chi approfitta della crisi.
In Basilicata, dove il reddito medio è tra i più bassi d’Italia, l’impatto del caro-cibo è ancora più drammatico.
Le famiglie lucane sono costrette a tagliare su alimenti essenziali, con effetti negativi sulla salute e sulla qualità della vita.
Tuttavia, il nostro territorio ha anche risorse preziose: una filiera agroalimentare di qualità, un tessuto produttivo dinamico e una vocazione all’export in crescita (+6,5% nel secondo trimestre 2025 secondo CREA).
Mangiare non può diventare un privilegio. È tempo di agire.
Federconsumatori Basilicata continuerà a vigilare, a denunciare le storture del mercato e a proporre soluzioni.
Ma serve un impegno collettivo: delle istituzioni, delle imprese, della società civile. Perché il diritto al cibo è il primo dei diritti”.


































