Servizi prima infanzia: “La regione agli ultimi posti, San Fele ha invertito la rotta”! I dettagli

Ecco quanto dichiara il Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione Basilicata, Vincenzo Giuliano, che ha partecipato all’inaugurazione del micro nido e della sezione primavera “San Giustino”, a San Fele:

“Un risultato importante, in controtendenza rispetto a quanto generalmente sta avvenendo.

Potremmo essere la regione pilota per questo progetto, un plauso all’amministrazione di San Fele che ha invertito la rotta e ha reso un servizio tanto utile alla sua comunità.

Si tratta di un servizio comunale, gestito da una società che già espleta tale servizio in altri Comuni.

La retta da pagare è abbastanza contenuta, si parla di 50 euro al mese a famiglia.

Ho rilanciato la proposta della gratuità dell’assistenza ai minori da zero ai sei anni (servizio dei nidi e sezioni primavera scuola dell’infanzia) e con l’assessore Leone stiamo lavorando con una commissione di esperti per verificare la possibilità di attingere a fondi europei.

Il 21 Novembre si riunirà un tavolo tecnico per lavorare a questo progetto, e di questo ringrazio molto l’esponente di governo per la sensibilità dimostrata.

Purtroppo, la regione è ancora agli ultimi posti nell’assistenza ai minori come sottolineato da un’indagine a riguardo, perché presenta i servizi tra i più cari di Italia e per questo molte famiglie vi rinunciano, quando invece è dimostrato dagli studi di psicopedagogia che possa essere d’aiuto nel percorso delle relazioni.

Importante, a riguardo, quanto emerso da un’indagine condotta dall’Aias di Melfi in base alla quale i bisogni educativi speciali e i disturbi dell’apprendimento dei bambini non nascono nella scuola ma nelle famiglie.

La scuola le potrebbe alimentare solo qualora non riuscisse a decodificarle.

Dall’indagine è emerso che più del 30 per cento dei minori presentava già questi disturbi a cinque anni, ecco perché bisogna migliorare l’ambiente che li circonda e quindi l’atteggiamento degli adulti per una reale comprensione dei loro bisogni da parte delle famiglie.

Se fossero già seguiti da uno a tre anni i bisogni dei minori sarebbero meglio interpretati dalle loro famiglie.

Se poi si pensa alla povertà educativa – quindi alle famiglie più disagiate – essa porta a sicuri insuccessi scolastici, a disagi diffusi e bisogni sanitari non interpretati a tempo.

La proposta di nidi e sezioni primavera serve proprio a questo, la scuola dell’Infanzia non deve essere un semplice parcheggio ma un supporto prezioso per il benessere dei minori.

La felicità risiede nelle relazioni, non si possono lasciare inascoltati i bisogni educativi, le famiglie vanno aiutate”.