RIONERO: DOPO LA CONDANNA DELL’EX SINDACO, PLACIDO SI DIFENDE! QUESTE LE SUE PAROLE

Antonio Placido, ex parlamentare e già Sindaco di Rionero, è stato condannato in via definitiva per abuso di ufficio.

Tutto ebbe inizio quando i Nas, qualche anno fa, sequestrarono una cantina vinicola proprio nel comune sopracitato.

Placido, all’epoca dei fatti primo cittadino, riconsegnò l’attività ai proprietari con due provvedimenti, senza consultare preventivamente l’ASP.

Tanto è il vociare su questa faccenda, specialmente in relazione alle prossime regionali.

La risposta di Placido non si è fatta attendere: tramite nota, da lui sottoscritta, chiarisce definitivamente la sua posizione.

Di seguito, le sue parole:

“Sono stato condannato per non aver trasmesso all’ASP un verbale prima di procedere al parziale dissequestro della cantina D’Angelo nel 2011.

Avevo chiesto di anticipare i giudizi di secondo e terzo grado (invece che temporeggiare confidando nella prescrizione) come è giusto che faccia chi riveste un ruolo pubblico.

Ho sbagliato, evidentemente, e mi assumo per intero le responsabilità (anche politiche) legate all’errore commesso in attesa di conoscere le motivazioni della sentenza.

Le condanne, come si comprende, sono commisurate alla gravità degli addebiti e/o dei reati connessi: quella da me riportata, per esempio, non mi avrebbe impedito di candidarmi ai sensi della legge ‘Severino’ e soprattutto non ha comportato l’adozione di provvedimenti, cautelari o definitivi, restrittivi della libertà personale.

Ogni tentativo di assimilare cose fra loro diverse lascia dunque il tempo che trova.

Continuerò, quindi, a dire e fare le cose che penso, pubblicamente e liberamente come ho sempre fatto, al di là di ruoli e cariche ricoperte.

Ringrazio i tanti che mi hanno espresso la loro solidarietà e invito qualcun altro a stare sereno: continuerò a meritare la sua ostilità, fiero di averla guadagnata sul campo per ragioni che i cittadini rioneresi hanno compreso e premiato.

Come si suol dire: la ruota gira e il tempo è galantuomo”.