Nazim Baris, protagonista del romanzo di Rosanna Lovaglio, porta un messaggio per i giovani e per coloro che lottano contro il pregiudizio e le discriminazioni. Ecco i dettagli

Nazim Baris è il protagonista del romanzo di Rosanna Lovaglio ambientato in Turchia, colui che costituisce la base narrativa sulla quale poggia e si sviluppa l’intero costrutto che comprende una serie di vicende che nascono e si sviluppano avendo come protagonisti altri personaggi, ma che senza dubbio ruotano in continuazione intorno alla sua figura.

Si potrebbe definire questa relazione come quella esistente nell’universo cosmico tra i satelliti e il pianeta.

Le vicende narrate conducono a riflessioni concrete e molto profonde, invitano il lettore a porsi una domanda: cos’è la famiglia?

O meglio cosa deve rappresentare la famiglia per un individuo?

Siamo abituati a definire famiglia un gruppo di persone aventi tra loro legami di sangue e ciò comporta da parte nostra un’aspettativa di affetto, amore, rispetto reciproco.

Ma quando qualcuno di questi elementi viene meno, cosa accade in noi?

Ci sentiamo disorientati, confusi, delusi, uccisi nell’anima e in preda allo sconforto.

Le reazioni del personaggio/soggetto di ciascuna vicenda mostrano l’evoluzione nel tempo del suo stato d’animo nei confronti della sua disgrazia.

È interessante scoprire come le scelte altrui possono delineare il percorso di vita degli altri e stabilirne le sorti, come il passato a volte può essere così determinante da non essere più vissuto come tale.

Altro filo conduttore che lega alcuni dei personaggi è l’amore per l’arte, per ogni forma d’arte, nel romanzo essa diventa occasione di incontro: di idee, di sentimenti e anche possibilità di fare qualcosa per gli altri, i più deboli per esempio.

Molteplici sono i messaggi che l’autore desidera lanciare attraverso i personaggi di Nazim, Hamdi, Yeliz e Gizem.

Alcuni di questi riguardano il come a volte anche le vicende più tragiche di alcuni possono essere fautrici di un futuro roseo per altri, o come si possono immaginare i propri sogni irrealizzati vedendoli riflessi nelle vite altrui o ancora come l’attribuzione al destino della mancanza di reazione da parte nostra al cospetto di situazioni difficili costituisce soltanto una spiegazione di comodo.

Pertanto questo romanzo può costituire sicuramente un viaggio attraverso l’universo delle tragedie umane generate dalla discriminazione, dal pregiudizio, dalla mancanza di rispetto per le scelte altrui, e ricordare a tutti noi che non siamo soltanto esseri viventi, siamo soprattutto esseri umani e questo implica il superamento di ogni luogo comune, di ogni tabù, imponendoci di imparare ad apprezzarci l’un l’altro in base alle nostre peculiarità e non guardando alla posizione sociale, alla professione, alla nazionalità, al colore della pelle, al credo religioso….. ma soprattutto fa del suo protagonista Nazim il veicolo per affermare tutti quei principi che ancora giacciono nel limbo e attendono la totale affermazione.