Fca, calo delle immatricolazioni: questi i dati

Nel mese di Luglio immatricolate 152.800 autovetture a fronte delle 152.949 di Luglio 2018.

Il mercato dell’auto contiene il colpo ma chiude il consuntivo dei sette mesi a -3,1% rispetto allo stesso periodo di un anno fa.

Questi i dati resi noti da ministero dei trasporti:

il Gruppo Fca chiude un mese complesso, registrando un calo delle immatricolazioni di quasi il 20%, nonostante il buon andamento di Jeep (Jeep ha una quota del 4,9%) e una perdita di quote di mercato di oltre 5 punti nel mese.

In linea generale i principali gruppi automobilistici ammortizzano i danni:

  • Volkswagen cresce di oltre 10 punti insieme a Seat, che quasi segna il raddoppio nel mese;
  • Audi registra un calo delle immatricolazioni del 15,5%;
  • bene la Peugeot, con tutti i principali marchi in crescita a doppia cifra;
  • Renault segna il passo e chiude il mese con circa 2mila vetture in meno sul mercato;
  • Dacia cresce sebbene su volumi ridotti;
  • il marchio Bmw perde quasi il 10% di immatricolazioni;
  • Mercedes, al contrario, migliora di 11 punti rispetto a Luglio 2018;
  • Ford cala di quasi 3 punti percentuali;
  • stabile Hyunday mentre cresce Suzuki;
  • in calo invece i principale brand, Toyota, che perde il 4,9%, con Nissan che perde oltre il 20% nel mese.

Secondo l’ultima previsione del Centro Studi Promotor diretto da Gian Primo Quagliano, nel corso del 2019 le immatricolazioni dovrebbero attestarsi a quota un milione e 835mila unità, con un calo del 4% sul 2018 e del 26,4% se confrontato con i volumi ante-crisi del 2007.

Una situazione, sottolinea Quagliano, influenzata dal quadro economico ma anche dalla demonizzazione del Diesel:

“che sta inducendo molti proprietari di auto a gasolio a rinviarne la sostituzione ormai matura sia perché non esiste sul mercato una soluzione conveniente e versatile come il diesel sia perché le quotazioni dell’usato in calo”.

Il mercato automobilistico italiano dunque si attesta su un livello di immatricolazioni di poco superiore a 1.800.000 unità all’anno, un livello secondo gli esperti lontano da quello fisiologico – circa 2,2 milioni – utile ad assicurare la normale sostituzione di un parco circolante di oltre 39 milioni di autovetture come quello italiano.