Carcere di Melfi “abbandonato a se stesso”: attività criminali al suo interno! La Polizia ha scoperto…

Rinvenuti ieri, nel carcere di Melfi, nel tardo pomeriggio, nella 4^  sezione, dove sono ristretti detenuti sottoposti al regime di “Alta Sicurezza”, di nazionalità Italiana, 3 micro telefonini cellulari.

I micro telefonini cellulari sono stati ritrovati nelle celle detentive dalla Polizia Penitenziaria ed erano perfettamente funzionanti, tanto da lasciare immaginare che all’interno della sezione detentiva si fosse realizzato una sorta di posto fisso di telefonia pubblica.

A dare la notizia è Leo Beneduci, Segretario Generale dell’ O.S.A.P.P. (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria), il quale aggiunge:

“L’intera operazione sarebbe stata ispirata dalle intercettazioni effettuate a cura di un’altra forza di polizia, da cui sarebbe emerso che personaggi di spicco della criminalità organizzata dal carcere utilizzavano i predetti apparecchi telefonici ed a significare, quindi, una palese prosecuzione delle attività criminali.

Se da un lato è evidente che il carcere di Melfi, se non grazie agli apporti esterni delle altre forze di polizia, non sarebbe in grado di garantire i requisiti minimi di sicurezza a tutela della legalità e nell’interesse della collettività, è d’altro canto innegabile che il livello di approssimazione e di impreparazione ad affrontare il fenomeno dei telefonini in carcere discende dagli errori dell’attuale amministrazione penitenziaria centrale che ha dapprima acquistato apparecchiature obsolete rispetto alle attuali reti telefoniche e poi non ha provveduto a dotare le sedi territoriali di alcun strumento.

Il carcere di Melfi, peraltro, oltre che dal punto di vista della sicurezza, presenta da tempo disfunzioni dal punto di vista organizzativo e nella gestione del personale di Polizia Penitenziaria, nella sostanza abbandonato a se stesso dai vertici della struttura e anche tali aspetti risultano completamente sottovalutati dalle autorità centrali dell’amministrazione penitenziaria.”