Basilicata, transumanza Patrimonio dell’Unesco: “una grande risorsa anche in termini turistici”

“Ancora una volta avevamo scommesso bene.

Ci avevamo creduto sin dall’inizio del mandato, nella precedente legislatura.

La valorizzazione delle nostre eccellenze agroalimentari, unite alle nostre tradizioni sono osservate e da oggi anche protette, dal mondo.

La riscoperta e la valorizzazione  della transumanza lucana fatta in questi anni con eventi, convegni, manifestazioni, incentivi, promozione, puntate dedicate di Linea Verde e altri programmi tv, ha contribuito a portare i suoi attesi frutti.

Ora si costruiscano percorsi turistici legati alla pratica”.

Lo rende noto il consigliere regionale, Luca Braia (Avanti Basilicata/Italia Viva), già assessore all’agricoltura che prosegue:

“Il riconoscimento di Patrimonio culturale immateriale dell’Unesco per la pratica rurale tradizionale della transumanza con approvazione all’unanimità è una notizia, attesa da qualche mese, che ci inorgoglisce alquanto.

Il territorio di Basilicata e la transumanza delle vacche podoliche sono infatti compresi totalmente e con coinvolgimento diretto delle comunità insieme alle Regioni Puglia, Campania, Molise, Lazio, Abruzzo, Lombardia e alle province di Trento e Bolzano, oltre che Austria e Grecia, nel network attivato da qualche anno per la valorizzazione e la salvaguardia di questa pratica, a tutela dei regi tratturi presenti anche lucani.

Inoltre, giova ricordare a tutti, che la zootecnia lucana era ripartita proprio grazie anche al decreto di riconoscimento del Sistema di qualità nazionale zootecnia ‘Bovino podolico al pascolo’ da parte del Mipaaf.

Con circa 14mila capi di razza podolica e 379 allevamenti, rappresentiamo, infatti, il 46,5 per cento del totale nazionale e la prima regione per consistenza degli allevamenti.

Dei 10 riconoscimenti di patrimonio immateriale Unesco italiani, 5 riportano al patrimonio rurale e agroalimentare, e almeno tre (dieta mediterranea, pizza e oggi transumanza) coinvolgono direttamente o indirettamente la nostra regione nel binomio imprescindibile che lega l’agricoltura alla cultura, a cui si deve aggiungere il turismo enogastronomico come componente economica rilevante.

I percorsi della transumanza con il loro valore sociale, economico, storico e ambientale possono e devono diventare uno dei macroattrattori per Basilicata grazie ai tracciati antichi nati per collegare la nostra regione, da nord a sud e da est a ovest.

Avevamo istituito un tavolo tecnico scientifico in dipartimento agricoltura per realizzare il ‘Dossier transumanza Basilicata’ che ha rafforzato il Dossier transnazionale, tavolo di cui, purtroppo, oggi con la nuova gestione Fanelli, si è persa ogni traccia.

Eppure la Basilicata, da maggio a luglio ogni anno, muove oltre 150 allevamenti bovini, per un totale di oltre 12 mila capi in movimento che si spostano sui percorsi storici, verso la montagna, per portare i capi a pascolare in luoghi più freschi per poi invertire il percorso e rientrare, ai primi freddi.

La Basilicata, inoltre, è stata in prima linea per l’ottenimento del riconoscimento da parte del Mipaaf del Sistema di qualità nazionale zootecnia bovino podolico al pascolo.

La valorizzazione della carne podolica ha rappresentato una delle grandi eccellenze dell’agro-alimentare lucano, così come dei derivati dal latte quali il caciocavallo podolico, e può oggi trovare nei percorsi della transumanza grandi potenzialità di sviluppo territoriale per contrastare lo spopolamento delle aree rurali e di attività economiche sostenibili caratterizzate dal rapporto peculiare uomo, ambiente, natura, territorio, turismo, cibo sano.

La pratica della transumanza lucana con i suoi numeri significativi  può rappresentare una grande risorsa anche in termini turistici.

I percorsi della transumanza, insieme a quelli del vino e dell’olio, sono percorsi enogastronomici sempre più apprezzati dagli appassionati del turismo rurale e dalle migliaia di visitatori che continuano ad arrivare nei nostri territori anche grazie a Matera Capitale Europea della Cultura 2019.

Una filiera quindi da rafforzare e supportare, in sinergia con le regioni del sud dove tale pratica appartiene alla cultura ed alla tradizione, caratterizzando anche l’identità del comparto. Con il dipartimento agricoltura mettemmo in campo nel 2018 una ricognizione dei principali percorsi delle mandrie di razza podolica che transumano in tutta la Basilicata, per poter diffondere la comunicazione del sistema della transumanza lucana e favorire il turismo rurale degli appassionati, nelle aree geografica di passaggio e bivacco, con i percorsi delle vie semi-naturali dei tratturi con indicazione delle giornate e delle soste nelle stazioni di posta.

Una mappa, aggiornata al 23 giugno 2018, che è stata immediatamente cancellata dal portale regionale, con l’arrivo del nuovo assessore, quasi a cancellare un importante lavoro di condivisione di conoscenza fatto dal Dipartimento (comunque sempre disponibile al link http://bit.ly/BasilicataInTransumanza2018).

Auspichiamo che a riconoscimento Unesco conquistato, tutto il lavoro fatto per arrivarci da parte della Basilicata non vada disperso ma possa confluire in strategie di sviluppo del turismo rurale che possano mettere insieme allevatori e amministrazioni comunali che incrociano i percorsi della transumanza e creare opportunità per la nostra terra” .