Basilicata: “Ripartono al buio i cantieri Forestali. Chiarezza rispetto alla valutazione dei rischi”. La richiesta

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa di Rosalba Guglielmi, Coordinatrice regionale USB Lavoro Privato Basilicata:

“Ripartono al buio i cantieri Forestali.

La nostra O. S. aveva inviato una richiesta di incontro all’assessore Fanelli, per essere informata sulla situazione relativa all’avvio dei cantieri forestali per l’anno 2020, esprimendo la preoccupazione sia rispetto alla situazione politica e alla disponibilità economica prevista in bilancio e sostanzialmente rinviata alla fase di assestamento dello stesso, sia alla problematica collegata all’emergenza sanitaria che richiede più che mai l’attenzione alla sicurezza dei lavoratori.

Veniva rivendicato un confronto per poter dare risposte certe ai propri iscritti e a tutti i lavoratori interessati che si rivolgono alla nostra Organizzazione Sindacale.

Un confronto non sempre garantito, su pressione probabilmente anche delle altre OO.SS. che rivendicano un monopolio non più tollerabile, spesso ottenuto solo in caso di manifestazioni pubbliche e su intervento delle forze dell’ordine.

È una politica di esclusione su cui ci aspettavamo un serio ripensamento da parte dell’amministrazione regionale, per dare a tutti i lavoratori la stessa dignità a prescindere dai sindacati scelti, organizzazioni sociali ancora libere e tutelate dalla costituzione.

Ma i fatti hanno dimostrato come le volontà siano ben diverse e la dignità degli stessi lavoratori sia in gioco.

Davanti alla necessità di chiarezza soprattutto rispetto alla valutazione dei rischi, alla individuazione dei dispositivi e alla formazione sul loro utilizzo, non si sono avute informazioni certe, riportate sul sito del dipartimento della regione e soprattutto su quello del consorzio, solo scarni comunicati sul presunto avvio il 3 Giugno.

Intanto mentre sono saltati tutti i tempi previsti rispetto al piano di forestazione, è stato pubblicato un modulo di richiesta di riassunzione solo il 27 maggio, quasi impossibile da compilare e in aperto contrasto con le norme della contrattazione decentrata che, per noi, rimane quella del 2015.

Se ci siano state variazioni sono ben custodite nelle segrete stanze, vista la considerazione in cui viene tenuta la pubblicizzazione di accordi e norme al cui rispetto i lavoratori sono chiamati senza averne formale conoscenza, ma su pressioni e incitamenti inoltrati con messaggini e passa parola.

Così, entro oggi, dovrebbero firmare la richiesta di riassunzione dichiarando il loro reddito percepito nel 2019, mentre a partire dallo stesso consorzio non è stata ancora consegnata la certificazione unica 2020.

Inoltre, a differenza di quanto previsto dallo stesso art. 3 del contratto decentrato integrativo 2015 sulla classificazione del personale che prevede la conservazione delle qualifiche già rivestite, un arbitrario punto C dello stesso modulo obbliga il lavoratore ad accettare senza riserva o eccezione alcuna le qualifiche e gli inquadramenti decisi dal consorzio su direttive della regione, che una volta ancora non risultano emanate.

Lo stesso contratto prevede la salvaguardia delle condizioni di miglior favore rispetto al nuovo inquadramento.

Chiediamo: lo stralcio delle inaccettabili condizioni relative alla non discutibilità delle qualifiche assegnate e il rispetto dell’accordo decentrato del 2015; la sospensione delle dichiarazioni relative al reddito 2019 perché non ancora in possesso dei lavoratori ; la pubblicazione sul sito del consorzio del DVR aggiornato rispetto ai protocolli e alle indicazioni previsti dagli accordi dello scorso marzo e del 24 Aprile nonché alla luce delle indicazioni INAIL e del ministero della salute ; la programmazione preventiva rispetto all’inizio del lavoro vero e proprio della formazione sui rischi, i dispositivi da adottare e la consegna degli stessi .

La fissazione di un incontro con la nostra Organizzazione Sindacale senza il quale, con tutti i lavoratori che non si sentono rappresentati dalle ‘organizzazioni sindacali’ rappresentative, saremo da capo costretti a tornare in piazza.

Non che non riteniamo la partecipazione e il coinvolgimento diretto basilare per le proposte e il controllo delle scelte, ma avremmo almeno voluto evitarlo in questo periodo per la presenza dei tanti problemi logistici e di sicurezza”.