Basilicata, poca acqua nei bacini idrici: “in estate si rischia di nuovo un’irrigazione a singhiozzo”! L’appello

Sostiene il consigliere di Fratelli d’Italia, Piergiorgio Quarto:

“Gli invasi lucani soffrono.

In Basilicata si registrano 7 milioni di metri cubi in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Nell’ ultimo decennio la superficie agricolo regionale è diminuita di oltre il 10 per cento.

Dati allarmanti, preoccupanti che si commentano da soli.

Necessitano in prospettiva futura interventi immediati e mirati.

Estremamente difficile infatti supporre o sperare che le condizioni climatiche mutino in tempi brevi e che si verifichino le condizioni affinchè le piogge arrivino copiose in versione salvifica e liberatoria da una situazione estremamente complicata come questa.

L’andamento climatico sta spingendo zone interne di diverse regioni del sud verso la desertificazione.

Non facile da accettare, ma in Basilicata per le già evidenziate mutazioni climatiche e per interventi agricoli non controllati, oltre il 50 per cento del territorio è a rischio desertificazione.

La situazione sopra descritta ossia invasi in deficit riflette sostanzialmente le criticità dello scorso anno, con il paventato e non certo remoto rischio di un’irrigazione a singhiozzo nei campi, in particolar modo nei mesi estivi ovviamente caratterizzati da temperature torride.

Occorre pertanto partire subito con un ‘piano invasi’ ad hoc che permetta di utilizzare al meglio anche quelle risorse idriche che in passato andavano disperse come le acque reflue.

Tutti pertanto sono chiamati, il riferimento è agli Enti e alle Autorità interessate in materia ad una gestione maggiormente ponderata ed oculata della risorsa acqua.

Rimedi a lungo termine da approfondire, accompagnati da metodologie da adottare sono ad esempio quello della semina diretta, in grado di dare una risposta concreta ai rischi della impellente desertificazione.

La semina diretta infatti, costituisce una tecnica di agricoltura conservativa che prevede la semina su un terreno non arato, rappresenta perciò una reale difesa del territorio.

Si effettua su un terreno non lavorato senza arrecare alcun danno al suolo e garantisce indiscutibili vantaggi di carattere ambientale dal momento che permetta agli agricoltori di eliminare tutti i costi relativi alla lavorazione del terreno, ripristinando la fertilità del suolo, il tutto quindi finalizzato al miglioramento della qualità dello stesso.

Gli agricoltori vanno avvicinati e indottrinati verso importanti e innovativi processi ricevendo ausilio dalle Istituzioni competenti in materia.

Sembra pertanto doveroso rivolgere un appello a tutti i protagonisti del settore agricolo, in primo luogo alle forze politiche governative per avviare appropriati piani di sviluppo in grado di produrre interventi risolutivi rapidi e certi in grado di offrire adeguato sostegno a tutta l’agricoltura regionale”.