Da poche ore il via libera a Montecitorio segna, di fatto, il ritorno della festa di San Francesco d’Assisi nel calendario, il giorno 4 ottobre.
La relativa proposta di legge mira a introdurla di nuovo proprio in prossimità della celebrazione per la ricorrenza dell’ottavo centenario della morte, nel 2026.
Pur di iniziativa di un solo partito, Noi Moderati, il testo come fa sapere quifianza ha registrato un sostegno bipartisan nella prima votazione, con ben 247 voti a favore, 8 astenuti e soli 2 contrari.
Ora la fase successiva si svolgerà al Senato, ma tutto lascia presagire che, entro brevissimo tempo, la festa nazionale di uno dei santi più venerati della cristianità, patrono d’Italia su proclamazione di papa Pio XII, sarà di nuovo realtà. Vediamo allora la finalità alla base della proposta di legge e che cosa cambierà, in concreto, in busta paga.
Come indica il sito istituzionale della Camera dei Deputati nell’area documentazione parlamentare, il testo appena votato si compone di 3 articoli che riguardano, rispettivamente:
- l’istituzione della festa nazionale nella giornata del 4 ottobre, quella in cui la Chiesa cattolica celebra San Francesco;
- le celebrazioni istituzionali previste per l’occasione;
- le relative disposizioni finanziarie e finali.
Il dossier ufficiale allegato alla proposta di legge ricorda che oggi la giornata del 4 ottobre è considerata solennità civile ai sensi della legge 132/1958, ma la disciplina specifica per quel che riguarda la sua celebrazione è stata più volte modificata nel corso del tempo.
La regola prevedeva in origine l’imbandieramento e l’orario ridotto nei pubblici uffici, rinviando espressamente alla disciplina fissata dalla legge 260/1949 per le ricorrenze festive. Tuttavia, in seguito, la legge 54/1977 ha eliminato il taglio delle ore lavorative per le solennità civili.
A fare d’apripista alla novità in oggetto, e a suggerire la finalità della reintroduzione della festa nazionale, è stata in verità la legge n. 24 del 2005.
Il testo ha infatti stabilito che il 4 ottobre sia considerata, oltre che solennità civile, anche: Giornata della pace, della fraternità e del dialogo tra appartenenti a culture e religioni diverse.
Si è previsto poi che, in questa occasione, siano:
- organizzate cerimonie, iniziative, incontri, in particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, dedicati ai valori sopra menzionati e di cui i Santi Francesco d’Assisi e Caterina da Siena sono espressione.
Sulla stessa linea, l‘art. 1 della proposta di legge appena approvata alla Camera richiama i valori della solidarietà, della pacifica collaborazione tra i popoli e della tutela dell’ambiente.
Noi Moderati ha precisato di aver fatto sua la volontà del poeta Davide Rondoni, presidente del comitato nazionale per le celebrazioni dell’ottavo centenario della morte del santo, ossia proclamare un giorno di festa nazionale nel suo nome come elemento identitario e riferimento alla pace e coesione e alla lezione di fede e spiritualità.
La festa in onore di San Francesco, di fatto soppressa nel 1977, andrà a sommarsi all’elenco delle ricorrenze considerate giorni festivi nazionali (oltre alle domeniche), tra cui l’Epifania, l’Anniversario della Liberazione, la Festa del lavoro o l’Immacolata Concezione.
L’elenco dettagliato è contenuto nella legge 260/1949 e, per esse, è prevista l’osservanza del completo orario festivo nei luoghi di lavoro, come pure il divieto di compiere determinati atti giuridici.
La proposta di legge andrà a modificare proprio questa normativa, aggiungendo il 4 ottobre come festa nazionale di San Francesco d’Assisi dopo il giorno dell’Assunzione della Beata Vergine Maria (15 agosto).
La stessa proposta indica anche che le celebrazioni istituzionali per la ricorrenza del 4 ottobre saranno facoltative, perché:
- le scuole, le amministrazioni pubbliche e gli enti del Terzo settore possono favorire l’organizzazione di eventi, di manifestazioni e di celebrazioni che promuovano i princìpi e gli insegnamenti di San Francesco d’Assisi.
Leggendo la busta paga, i dipendenti del settore privato, proprio come gli altri giorni festivi, troveranno la giornata commemorativa di San Francesco retribuita come se fossero andati in ufficio.
Non dimentichiamo, infatti, che la retribuzione nelle festività è la normale retribuzione globale di fatto giornaliera, accessori inclusi.
Invece, chi per contratto è tenuto a lavorare, otterrà comunque la maggiorazione prevista dal Ccnl di riferimento, valevole per il lavoro nei giorni di festa.
Per la nuova festa nazionale è stato previsto un fondo specifico destinato a coprire le spese legate all’impiego dei dipendenti della Pubblica Amministrazione.
Lo stanziamento ammonta a poco più di 10,6 milioni di euro annui senza generare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.
Le somme autorizzate riguardano specificamente il pagamento delle indennità e delle maggiorazioni spettanti in busta paga al personale del settore pubblico (in particolare nei comparti sicurezza, difesa, soccorso pubblico e sanità) che sarà chiamato a prestare servizio durante la giornata festiva, al fine di garantire continuità operativa e servizi essenziali in specifici ambiti.
Concludendo, l’introduzione effettiva della festa di San Francesco sarà in vigore a partire dal primo gennaio 2026, con l’ulteriore precisazione che l’ottobre dello stesso anno ricorrerà in una giornata domenicale e, perciò, non ci saranno variazioni visibili in busta paga, ma soltanto dal 2027.