“Il taglio del 20% alle risorse della Politica Agricola Comune (PAC) nel bilancio europeo 2028–2034 rappresenta un disastro annunciato per l’agricoltura italiana e, di conseguenza, per quella lucana“.
E’ quanto denuncia la Coldiretti della Basilicata, che annuncia e rilancia:
“sul territorio regionale la mobilitazione già in corso a Bruxelles e Roma contro una manovra europea che mette a rischio la sopravvivenza di migliaia di imprese agricole locali e la sicurezza alimentare dei cittadini.
La proposta di accorpare le risorse destinate allo sviluppo rurale in un fondo unico, insieme alla drastica riduzione complessiva del budget agricolo, colpisce in modo diretto le aree più fragili e marginali, come quelle lucane, dove l’agricoltura ha già subito un pesante ridimensionamento.
A essere colpiti da questi tagli sarebbero settori come l’olivicoltura, la zootecnia e la viticoltura, comparti strategici della regione e simbolo di un’identità rurale intrisa nel territorio e nelle sue comunità”.
Evidenzia Antonio Pessolani, presidente di Coldiretti Basilicata:
“Questa manovra europea mette in discussione il ruolo dell’agricoltura come presidio ambientale, economico e culturale.
Il nostro territorio, già fragile per conformazione e morfologia, non può permettersi di perdere ulteriori aziende agricole.
Si tratta di imprese che mantengono in vita le nostre colline e montagne, contrastano il dissesto idrogeologico e garantiscono cibo sano e di qualità.
Tagliare le risorse alla PAC significa condannare definitivamente un modello agricolo sostenibile e legato alla tradizione. Non possiamo accettare che le risorse destinate all’agricoltura vengano drenate altrove.
La PAC non è solo una questione economica, ma uno strumento di tutela per il territorio e per il consumatore.
Serve un’Europa che investa su queste realtà non che le abbandoni con scelte centralistiche e incomprensibili”.
Coldiretti chiede con urgenza un incontro con il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e con il Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida per ottenere garanzie sul futuro del settore.
L’organizzazione annuncia una mobilitazione permanente nei prossimi due anni, affinché il tema resti al centro del dibattito nazionale ed europeo.