Riceviamo e pubblichiamo una note del gruppo consiliare “Uniti per Venosa”:
“Venosa versa in uno stato di emergenza sanitaria sempre più grave e inaccettabile.
Il presidio 118, pur formalmente presente sul territorio, non è operativo in maniera continuativa a causa della cronica assenza di personale.
Ogni richiesta di intervento urgente è soggetta a tempi di attesa che superano anche i 30 o 40 minuti, con mezzi provenienti da altri comuni.
In casi critici, questo tempo è decisivo, ed equivale a una condanna.
Il diritto alla salute è un diritto inviolabile, garantito dalla Costituzione.
Ma a Venosa, oggi, è solo una promessa mancata.
In una città dove un tempo sorgeva un ospedale di eccellenza, ora le persone rischiano di morire per mancanza di un’ambulanza.
A questa situazione si aggiunge un’altra grave questione: il progetto per l’elisoccorso notturno, fondamentale per i territori interni e marginali come il nostro, non riceve le dovute attenzioni né risorse.
Ci chiediamo: come si possono considerare “prioritari” altri interventi, mentre si mettono in secondo piano i servizi che possono salvare vite umane?
Uniti per Venosa chiede con forza il ripristino immediato del servizio 118 in città, con mezzi e personale stabili ed efficienti, e la riapertura di un confronto serio sulle reali priorità sanitarie per il nostro territorio, incluso l’avvio del servizio di elisoccorso notturno.
Venosa non può essere trattata come una comunità di serie B.
Non accetteremo più silenzi, ritardi o promesse vuote.
È tempo di risposte concrete”.