Torna il latino alle medie (opzionale), più insistenza sulla scrittura in corsivo e sull’imparare le poesie a memoria.
Ma anche il focus sulle materie scientifiche, sulla storia italiana ed europea, con uno spazio all’educazione affettiva che sia “trasversale” a tutte le materie.
Come fa sapere fanpage sono state pubblicate le nuove indicazioni per i programmi scolastici della scuola dell’infanzia, elementari e medie.
Sono disponibili sul sito del ministero dell’Istruzione, che aveva diffuso le linee guida a marzo e le aveva sottoposte al confronto con la comunità scolastica (anche se sono arrivate le contestazioni di chi afferma che un confronto, di fatto, non c’è stato). Ora è arrivato il testo definitivo.
Nel testo si pone molta attenzione sull’uso della calligrafia e della scrittura in corsivo.
L’idea, sottolinea il ministero, è che la scrittura è “un potente strumento di avviamento al pensiero riflessivo e alla introspezione”.
Un altro passaggio che ritorna alle pratiche più diffuse in passato: lo studio delle poesie a memoria. Questo “rafforza la memoria a breve e a lungo termine, l’attenzione e la concentrazione”, e in più “arricchisce il linguaggio nel confronto con la lingua colta e stimola la sensibilità”, secondo le linee guida.
In più, si enfatizza l’importanza dell’esercizio del riassunto. Imparare a riassumere “insegna a essere chiari, logici nella individuazione delle parti essenziali di un testo, brevi nella comunicazione”. Dunque anche questa deve essere una delle priorità nella scuola pubblica.
Uno dei punti più discussi è quello che il ministero definisce “il grande ritorno del latino”. L’intenzione è di rendere lo studio del latino opzionale e curricolare (quindi inserito nell’orario scolastico) dalla seconda media. Questo “favorirà lo sviluppo della logica, del ragionamento, della concretezza”, e “insegnerà inoltre i grandi valori che sono a fondamento della nostra civiltà”, si legge.
Studiare il latino dovrebbe non solo “abituare alla logica e al ragionamento” e migliorare la “conoscenza delle fondamenta grammaticali” dell’italiano, ma anche permettere di vedere i legami tra il latino, l’italiano e le lingue straniere. Si parlerebbe di Lel, “Latino per l’educazione linguistica”. L’obiettivo pratico sarebbe poi di “riconoscere l’origine latina di parole italiane”, e comprendere “il senso globale di frasi e testi latini semplici”.
Le indicazioni sulla letteratura erano già saltate all’occhio nella prima versione delle linee guida, e quella definitiva non ha praticamente alcuna differenza.
Si spinge sulla “lettura integrale di classici e testi di buona qualità”, incoraggiando anche “la discussione e il confronto tra diversi punti di vista”, oltre a confrontarsi con testi non letterari “come articoli di giornale o discorsi politici” e imparare a “discernere l’attendibilità delle fonti”.
Tra i consigli di lettura, alle elementari “sono strumenti ideali la fiaba, il fumetto, il racconto lungo, il romanzo breve o lungo di avventura o di magia”, come “Zanna bianca” o “Harry Potter”. Ma anche classici “come Pinocchio, L’isola del tesoro, o i romanzi di Verne”.
Alle medie invece si passa a “brani di opere quali la Bibbia, l’epica classica (Omero più di Virgilio); la mitologia greca; ma anche i romanzi cavallereschi medievali e rinascimentali, dal ciclo di re Artù all’Orlando Furioso di Ariosto, la letteratura medioevale e rinascimentale, settecentesca e ottocentesca sino a quella contemporanea”.
Tra gli autori sono citati Agatha Christie, Calvino, Orwell, ma anche Stephen King, Neil Gaiman e di nuovo J.K. Rowling. Si specifica comunque che “si tratta solo di esempi”, e che è utile “assecondare l’inclinazione della classe” scegliendo “nei generi preferiti, includendo il poliziesco, la fantascienza, il fantasy e l’urban fantasy, la narrativa di avventura”.
Quando si parla di storia, ci si concentra sulla “storia dell’Occidente, dipanatasi fra Atene, Roma e Gerusalemme”.
Si può estendere a “un ambito mondiale” solo “fin dove appare possibile e sensato”, ma bisogna comunque mantenere “l’innegabile rilevanza della dimensione italiana, non solo come la più vicina all’esperienza dell’alunno ma anche quella così fortemente connessa al contesto mediterraneo dove si svolge la vicenda greco-romana”.
Le indicazioni si aprono ancora con la frase, contestata già nella prima versione, “solo l’Occidente conosce la Storia”.
Nel programma dei primi anni di elementari si inseriscono anche “personaggi e vicende ricavati da Bibbia, Iliade, Odissea, Eneide (in forma molto semplificata) per conoscere le radici della cultura occidentale”, oltre ai “racconti ricavati dalle vicende del Risorgimento e della Resistenza” collegati al proprio territorio e a “poesie e canti del Risorgimento”.
In terza media, invece, il programma dovrebbe andare fino “alle inchieste di Mani pulite”.
Oltre alle indicazioni sulle specifiche materie, ci sono anche delle linee guida generali che riguardano l’approccio della scuola in senso più ampio.
Una di queste, intitolata “Scuola che educa alle relazioni, all’empatia e al rispetto della persona”, parla di fatto dell’educazione sentimentale e affettiva. Che però non ha un suo spazio riservato, nell’orario scolastico, ma dovrebbe essere presente in tutte le discipline.
Per metterla nelle parole del ministero, si rafforza “il concetto di scuola che educa ai sentimenti”. L’idea è che questo lavoro sia “preventivo” e possa aiutare a “ridurre e, auspicabilmente, a debellare il triste fenomeno del femminicidio”. Da una parte c’è “l’educazione al rispetto della donna”, dall’altra “l’educazione ai positivi sentimenti, in particolare all’empatia”. Creando un “nuovo patto fra i sessi da far fiorire con matura consapevolezza nelle aule delle scuole e, possibilmente, entro gli anni del primo ciclo di istruzione”, per “decostruire stereotipi e affermare il rispetto dell’altro”.
Sulle materie scientifiche si promuove “l’approccio laboratoriale”, anche per cercare di creare un “atteggiamento positivo nei confronti delle discipline STEM”. Si dovrebbe dare una certa attenzione anche “alla prospettiva storica delle discipline”, per “comprendere come il sapere si sia evoluto”.
In più, le linee guida prevedono di rafforzare “il legame con l’educazione civica e le tematiche di sostenibilità”. Il tema è trasversale a molte materie. In questo caso, ad esempio, si parla di “valutare criticamente problematiche ambientali e sociali” con lo studio delle scienze e della matematica, ma anche a “sviluppare un atteggiamento critico e consapevole verso le tecnologie”.
Ci sono indicazioni anche sull’apprendimento dell’inglese. In particolare, si incoraggia un “approccio immersivo, con l’insegnante che ‘entra in aula parlando in inglese e stimolando negli studenti l’espressione in inglese'”. In questo modo si vuole provare a spingere gli studenti ad “acquisire sicurezza nell’uso e apprezzarne l’importanza nella vita quotidiana”.