Ospedale di Melfi: “la salute è un nostro diritto, sancito dalla Costituzione, e la sua difesa è un dovere di tutti noi”

Riceviamo e pubblichiamo una nota del personale ospedaliero di Melfi:

“Il territorio del Vulture Alto Bradano, pur essendo un’area importante per l’economia regionale e per la sua strategica posizione geografica e per la presenza del polo industriale più grande dell’Europa, non riceve le giuste attenzioni dalla Azienda Ospedaliera San Carlo e non viene messo nelle condizioni di garantire ai suoi abitanti dei livelli assistenziali adeguati ai bisogni di una popolazione prevalentemente anziana, che si confronta quotidianamente con la carenza di infrastrutture e servizi ad esempio la rete viaria.

Il personale dell’Ospedale del territorio del Vulture Alto Bradano chiede con forza il ripristino dell’efficienza della struttura ospedaliera melfitana, fortemente compromessa da problemi alle strutture, solo parzialmente rinnovate negli scorsi anni, ma soprattutto dalla carenza di personale, in particolare di quello infermieristico.

Questo problema, reso ancora più urgente dalla pandemia attuale, danneggia gravemente tutta la cittadinanza della nostra area e di ampie zone delle regioni limitrofe, per le quali l’ospedale di Melfi è indispensabile e insostituibile presidio sanitario.

I tagli alla sanità si sono intensificati negli ultimi anni e hanno dato prova, nella recente emergenza, della loro pericolosità per la salute pubblica.

Al di là di colpire gli sprechi e le inefficienze, essi hanno sconsideratamente ridotto il personale degli ospedali, con l’illusione di poter  garantire comunque sufficienti standard delle prestazioni.

Gli effetti di questa politica scellerata ricadono sui cittadini, e soprattutto  sulle classi più deboli, compresi gli anziani. L’ospedale non è in grado di fornire adeguata assistenza a noi cittadini, interi reparti chiudono o rischiano la chiusura e molte prestazioni non possono più essere erogate.

Adesso basta!!

La salute è un nostro diritto, sancito dalla Costituzione, e la sua difesa è un dovere di tutti noi.

E’ indispensabile  mettere, realmente, la persona al centro del sistema sanitario pubblico ed è tempo che la classe politica locale, dai sindaci ai vertici regionali, faccia con impegno e onestà la propria parte, individuando nel sistema sanitario una priorità imprescindibile dell’agenda politica.

Nello specifico, chi conosce la situazione di Melfi sa che si deve avviare un processo di razionalizzazione dell’organizzazione in tutta l’AOR, investendo risorse umane in base alla domanda di salute e ai carichi di lavoro, oggi spesso eccessivi per i lavoratori e potenziale fattore di rischio  per l’utenza.

Devono essere rinnovate le strutture, con l’inserimento di metodiche più attrattive, per rendere gli spazi più ospitali: fino ad ora ciò non è stato fatto e nemmeno sembra esserci  una volontà futura in questa direzione.

Unità operative con materiale obsoleto, letti arrugginiti, pavimentazioni rammendate, macchinari fermi chissà dove in attesa di  ristrutturazioni e manutenzioni mai realizzate, sale operatorie mai terminate.

A fronte di esigenze tutto sommato di modesta entità, sia in termini di investimenti, sia di personale da assumere, il danno alla collettività è incalcolabile. Dagli operatori parte una ferma ed  esplicita richiesta di interventi mirati ed efficaci, per non essere ingiustamente costretti a soddisfare a chilometri di distanza da casa le nostre necessità di salute.

Questo di Melfi è un presidio ospedaliero strategico. Esso è al servizio della terza città più popolosa della regione, sede dei più grandi insediamenti industriali della Basilicata, in un’area ormai privata di tutti gli altri nosocomi.

Il nostro accorato appello è rivolto alla popolazione che finalmente prenda atto di questa situazione penalizzante del nostro territorio, del silenzio colpevole della politica e faccia sentire la sua voce ai propri referenti politici di qualsiasi colore e in caso estremo decida di scendere in piazza per la tutela della salute di tutti i cittadini del Vulture Alto Bradano.

Insieme dobbiamo far sentire la nostra voce a difesa dell’ Ospedale del nostro territorio, con la speranza di far emergere  nei nostri amministratori una nuova sensibilità che guardi finalmente all’interesse delle popolazioni di cui è al servizio per la tutela del bene comune e della salute di tutti i cittadini lucani”.