Melfi: ecco il messaggio del Vescovo Fanelli alle comunità scolastiche della diocesi

In occasione dell’inizio del nuovo anno scolastico, ecco il messaggio del Vescovo, S.E. Mons. Ciro Fanelli, alle comunità scolastiche presenti nella diocesi:

“All’inizio di questo nuovo anno scolastico 2019-2020, con affetto e stima, desidero augurare agli Studenti, ai Docenti, ai Dirigenti scolastici, ai Genitori, al Personale Amministrativo e Ata: “buon cammino”! Accanto all’augurio voglio far giungere anche un sincero “grazie” a tutti e ad ognuno per l’impegno con cui cercherete ogni giorno di rendere la scuola “bella, sana e viva”, facendola diventare un vero “laboratorio di vita”.

1. La scuola che c’è: bella, sana e viva!

Nei giorni scorsi ho avuto modo di vedere nel territorio della nostra Diocesi che c’è tanta scuola “bella, sana e viva”: una scuola che, nonostante le difficoltà e i problemi che l’attraversano, continua ad essere un autentico laboratorio di umanità, semplicemente perché vi sono bambini, ragazzi e giovani che vengono accompagnati nella loro crescita intellettuale, morale e sociale.

La vera scuola, infatti, è “bella, sana e viva” perché è “palestra di umanità”, e lo è quando “il maestro dà al ragazzo tutto quello che crede, ama, spera e il ragazzo crescendo ci aggiunge qualche cosa e così l’umanità va avanti” (Don Lorenzo Milani, Lettera a una professoressa).

In ogni paese della nostra Diocesi di Melfi-Rapolla-Venosa, anche nel più piccolo, la scuola – pur dovendosi confrontare con tante criticità su diversi fronti e non ultima la criticità legata al forte calo demografico – continua ad essere il singolare laboratorio di umanità e di cultura, dove è custodita e valorizzata l’identità culturale del nostro popolo protesa verso il futuro.

La scuola, infatti, vissuta in questa prospettiva, diventa spazio positivo, non solo perché in essa ogni giorno si costruisce il dialogo tra generazioni, ma anche perché questo dialogo è posto a servizio della crescita integrale dei nostri ragazzi, dai più piccoli ai più grandi.

Il dialogo educativo, infatti, resta un compito imprescindibile e una sfida importante per ogni società e in ogni tempo, anche se oggi, purtroppo, questa relazione formativa si sviluppa tra molteplici difficoltà e forti interferenze.

2. La passione educativa, tra sfide e prospettive Dinanzi agli occhi di tutti sono evidenti i segni di un cambiamento epocale, che spesso destabilizza molte convinzioni date per acquisite e alcuni stili di vita consolidati. Il nostro tempo appare anche attraversato da una forte crisi, che può essere definita in tanti modi. Questa crisi tocca in maniera non secondaria anche
l’azione educativa.

Le cause sono molteplici. Senza cadere in facili semplificazioni, possiamo dire che essa è crisi spirituale, in quanto investe la fede, i valori e le relazioni.

In questa crisi spirituale si legge il bisogno di un nuovo umanesimo.

In questo contesto – culturale, sociale e comunitario – estremamente complesso, la scuola non deve mai abdicare al suo specifico ruolo propositivo ed educativo, ma deve sempre – ogni giorno – ravvivare la sua finalità che la pone a servizio della crescita della sensibilità civile e sociale dei più giovani.

La celebre convinzione di Don Milani, secondo cui “la povertà dei poveri non si misura a pane, a casa, a caldo; ma si
misura sul grado di cultura e sulla funzione sociale” (Don Lorenzo Milani, Esperienze pastorali), oggi, deve essere di sprone per quanti sono impegnati nel difficile ma esaltante mondo dell’educazione, affinché, di fronte alle odierne difficoltà, riescano a rinnovare la passione educativa e a lottare con ogni impegno contro l’individualismo, l’indifferenza e i molteplici egoismi personali, sociali e comunitari.

3. La scuola come “cantiere” Per queste ragioni ribadisco il mio “grazie” ad ogni componente delle nostre comunità scolastiche dislocate nel territorio del vulture-melfese.

In questo cantiere, che forma alla vita, tutti sono protagonisti. Ognuno è chiamato ad impegnarsi non solo perché gli studenti possano acquisire nuove conoscenze e nuove abilità, ma anche perché sappiano fare esperienza di amicizia, di solidarietà, di dialogo e di inclusione. I

n questo senso la scuola – in quanto paradigma della vita – è bella, è vera ed è viva! Infatti, “la vita”, pur essendo tante volte
faticosa e difficile, non cessa mai di essere bella e degna di essere vissuta.

Spesso si sente dire: “il tempo che si dà allo studio è il miglior investimento per la vita”. Non è una frase fatta che sa di retorica stantia: studiare significa “imparare a pensare”! Lo studio allena a promuovere e a difendere la propria libertà e dare solide fondamenta ai propri ideali.

La disciplina dello studio, inoltre, allena ad essere tenaci, e la tenacia è uno dei risultati più duraturi che si raggiungono tra i banchi di scuola.

La scuola – con i suoi ritmi, con le sue dinamiche, con le sue verifiche – ci fa toccare con mano il valore di una laboriosità che fruttifica. Noi adulti di oggi dobbiamo tanto ai nostri maestri degli anni della scuola; abbiamo imparato tanto da essi! Basta ricordare il tempo della scuola per ritrovare entusiasmo per affrontare la vita.

4. Temi su cui riflettere, ancora e insieme. Se dovessi indicarvi un tema su cui riflettere, anche insieme, per costruire percorsi condivisi su temi di attualità, quali la legalità, l’ecologia, il lavoro, vi direi di insistere sicuramente sull’alleanza tra scuola e famiglia, e quindi tra scuola e comunità, tra scuola e parrocchia.

Spesso, i genitori, gli educatori e le persone impegnate nella realtà scolastica, sperimentano un grande isolamento del mondo della scuola, sempre più destinatario di una delega (pericolante) e non di un compito condiviso. Sarebbe necessario invece che tutti volessimo più bene alla scuola, perché ci riguarda tutti! Ci sarebbe anche da dire qualcosa in più sulla “passione educativa” che noi adulti non dobbiamo mai spegnere! Non mancheranno occasioni per farlo insieme.

Io ci sono.

5. “Siate pellegrini sulla strada dei vostri sogni”: buon cammino!

Carissimi amici, soprattutto carissimi ragazzi e giovani, vi invito a coltivare grandi sogni di nuova umanità!

Non permettete a nessuno di rubarvi questa potenzialità. Con Papa Francesco mi permetto di ricordarvi che “i sogni grandi hanno bisogno di Dio per non diventare miraggi o delirio di onnipotenza.

Tu puoi sognare le cose grandi, ma da solo è pericoloso, perché potrai cadere nel delirio di onnipotenza. Ma con Dio non aver paura: vai avanti.

Sogna in grande (…) Ragazzi e ragazze, siate voi pellegrini sulla strada dei vostri sogni.

Rischiate su quella strada: non abbiate paura. Rischiate, perché sarete voi a realizzare i vostri sogni, perché la vita non è
una lotteria: la vita si realizza.

E tutti noi abbiamo la capacità di farlo”.

Buon anno scolastico”!