Manovra 2026, riforma ISEE: cosa cambierà per i bonus

Il Governo Meloni sta valutando un intervento sull’Indicatore della Situazione Economica Equivalente.

In parole povere si sta ragionando sull’ipotesi di riformare l’ISEE.

Ciò come fa sapere quifinanza al fine di rendere l’intero sistema più equo, evitando delle sovrapposizioni negli aiuti.

Sono diverse le ipotesi al vaglio ed ecco come potrebbe mutare la situazione per le famiglie italiane.

Iniziamo dalle basi, ovvero dal fatto che l’ISEE rappresenti il principale strumento che consente allo Stato di misurare la capacità economica dei nuclei familiari.

Per la gente comune, chiaramente, è il documento chiave per ricevere:

  • bonus;
  • agevolazioni;
  • contributi pubblici.

Il calcolo passa dalla Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU), contenente informazioni reddituali, anagrafiche e patrimoniali, da presentare ogni anno presso:

  • Caf;
  • Comuni;
  • enti erogatori;
  • portale Inps.

La certificazione ha validità fino al 31 dicembre dell’anno di presentazione e determina accesso e importo di svariate prestazioni, come:

  • assegno unico;
  • bonus affitto;
  • agevolazioni sulle bollette;
  • aiuti per il nido;
  • altre misure di welfare previste.

Spiegato di cosa si sta parlando, perché mai si mira a modificare il sistema attuale?

Il Governo Meloni ritiene si corra il rischio di non riflettere in maniera fedele la reale capacità economica delle famiglie.

Ciò porterebbe a una penalità per il ceto medio e delle sovrapposizioni o esclusioni non giustificate. Cantiere ufficialmente aperto, dunque.

In vista della prossima Legge di Bilancio, l’esecutivo sta vagliando differenti ipotesi per la riforma dell’ISEE. Uno dei nodi principali riguarda la casa di proprietà all’interno del calcolo dell’indicatore.

Di ceto medio penalizzato ha parlato Matteo Salvini in più occasioni, sottolineando l’esistenza di potenziali beneficiari esclusi da alcune misure, nonostante redditi non elevati.

Perché si parla di prima casa? Spesso questa spinge il calcolo del reddito verso l’alto e, nonostante questo sia modesto, non risulta più abbastanza basso da poter beneficiare di aiuti previsti. Ecco sintetizzato il pensiero del ministro.

Allo stato attuale, il valore dell’abitazione principale non è conteggiato interamente.

Si escludono i primi 52mila euro dell’Imu, con una maggiorazione di 2.500 euro per ogni figlio convivente oltre il secondo. Nel caso in cui il valore superi la franchigia, vengono considerati i due terzi della parte eccedente.

Il piano della Lega è chiaro: la proposta prevede l’esclusione totale della prima casa dal calcolo. Si manterrebbe invece l’attuale trattamento per seconda casa e altri eventuali immobili.

Il Governo mira inoltre a rendere più coerente la struttura dei bonus legati all’ISEE.

Si vuole evitare principalmente che altri strumenti si accavallino o si annullino a vicenda. Un esempio? Il bonus mamme. Questo garantirà 480 euro netti in busta paga alle madri lavoratrici con ISEE al di sotto dei 40mila euro.

Come precisato dal governo, questo incentivo, così come il bonus asilo nido e il contributo per le nascite, non inciderà sull’assegno unico e continuerà a essere escluso dal reddito dichiarato. Stesso discorso per il bonus per i nuovi nati nelle zone montane, previsto dalla recente legge sulla montagna.

È difficile restare aggiornati costantemente sulle modifiche che la politica attua ad aspetti che hanno un diretto impatto sulla quotidianità.

Potrebbero dunque esservi sfuggite alcune novità già introdotte negli scorsi mesi:

  • esclusione dal calcolo dell’ISEE dei titoli di Stato;
  • esclusione dal calcolo dell’ISEE di strumenti equivalenti ai titoli di Stato.

Per strumenti equivalenti si fa riferimento a buoni fruttiferi postali, libretti di risparmio e obbligazioni, fino a un massimo di 50mila euro per nucleo familiare. Un modo per non penalizzare i piccoli risparmiatori.