Liste d’attesa: “mancano risorse adeguate”! Il commento di questo consigliere regionale lucano

“I provvedimenti sulle liste d’attesa varati ieri dal Consiglio dei Ministri rappresentano solo ottimi propositi nel percorso diretto a superare la principale barriera di accesso ai servizi sanitari, ma, in mancanza di adeguate risorse, non ridurranno le liste d’attesa, non consentendo ai cittadini di ricevere le cure di cui necessitano”.

E’ quanto afferma, in una nota, Giovanni Vizziello, consigliere regionale di Basilicata Casa Comune che così commenta i provvedimenti presentati ieri dal Governo in materia di sanità.

Sottolinea Vizziello:

“Integrare le agende di prenotazione delle strutture pubbliche e di quelle private convenzionate, richiamare il cittadino due giorni prima di quello fissato per la visita medica o l’esame di laboratorio per chiederne la conferma o l’eventuale cancellazione, ribadire l’illegittimità delle liste chiuse e prevedere premi e sanzioni per i direttori sanitari in tema di governo dei tempi di erogazione delle prestazioni sanitarie sono misure ineccepibili ma che non risolveranno il problema dei tempi biblici che i cittadini sono costretti a sopportare per fare una visita o un esame di laboratorio se non accompagnati da finanziamenti adeguati e strutturali.

Proprio i finanziamenti sono l’anello debole della manovra predisposta dal ministro Schillaci perché quando si afferma che in caso di superamento dei tempi di attesa previsti per legge, cioè massimo 120 giorni, il cittadino potrà effettuare la prestazione in intramoenia o presso una struttura privata, limitandosi al pagamento del solo ticket, si sanzionano giustamente le strutture sanitarie regionali per la loro inefficacia gestionale, obbligandole a sborsare fiumi di danaro che le stesse non hanno e che il Governo non mette a loro disposizione.

I tecnici stimano in circa due miliardi di euro l’impatto economico di questa singola misura per i bilanci regionali ed è presumibile che la disposizione in questione, già prevista dal Decreto 124 del 1998, rimanga lettera morta in regioni come la Basilicata alle prese con un grave disavanzo sanitario.

Stesso discorso per la disposizione che prevede la possibilità di fare le visite e gli accertamenti diagnostici anche nel weekend e di sera e che evidentemente non prende in considerazione l’attuale difficoltà degli ospedali ad organizzare i turni di servizio per carenza di personale, con conseguente ricorso alle prestazioni aggiuntive o ai medici a gettone”.

La celerità delle cure è un dovere del nostro sistema sanitario e un sacrosanto diritto dei cittadini, ma occorrono investimenti adeguati e certi laddove proprio l’incertezza dei finanziamenti è il tratto distintivo dei provvedimenti presentati dal Governo.