La storia e la cultura di Banzi protagonista al Salone del Libro di Torino! I dettagli

“Aspettando Bandusia. L’antica Banzi da Seneca all’Unità d’Italia” è il volume presentato, oggi, presso lo stand del Consiglio regionale della Basilicata, nell’ambito della 35^ edizione del Salone internazionale del libro di Torino.

Si tratta del saggio storico di Canio Franculli (pubblicato nella sezione saggistica della casa editrice E.co. Editrice) che analizza da una prospettiva storica le questioni delle aree interne della Basilicata.

L’autore lo fa partendo da Banzi, un paese di circa 1000 abitanti nel cuore della Basilicata, ricco di storia.

A svelare al pubblico il contenuto di questo saggio sul piccolo comune trimillenario in provincia di Potenza, vicino ai più noti Venosa e Acerenza, l’editore Giampiero Calia, lo storico e saggista Gabriele Perretta e l’autore Franculli collegati da remoto e la giornalista Nicoletta Altomonte.

Hanno spiegato Franculli e Perretta:

“Il libro, nella prima parte, si sofferma sulle questioni storiche dell’esclusione dalla piena modernità europea e nord italiana (quale circostanza ascrivibile alla complessa questione meridionale) con riflessioni, argomentazioni e bibliografia estensibili e trasversali a quasi tutta la realtà meridionale italiana.

Nella seconda parte entra nel vivo della divulgazione scientifica di quanto attiene a Banzi in campo archeologico e linguistico: dal templum auguraculum al testo osco della Tabula Bantina (il cui frammento più piccolo è nel vicino museo archeologico di Venosa mentre il più grande è al museo di Napoli), passando dai numerosi reperti locali e museali che testimoniano la sua antica vita storicamente significativa anche per tutto il medioevo per la presenza dell’abbazia benedettina di Santa Maria di Banzi, voluta dai Longobardi di Benevento nell’VIII sec. d.C.”.

È stato precisato durante il dibattito:

“La vicinanza con Venosa e gli altri paesi del Vulture-Melfese ha sempre oscurato l’enorme ricchezza storico – archeologica di Banzi che vanta epigrafi di epoca romana e tracce greche in un’area archeologica stimata in circa 40 ettari.

Una ricchezza che se ben valorizzata può fare da leva per lo sviluppo di tutto il territorio compreso quello dei vicini paesi di Palazzo san Gervasio, Genzano e Forenza”.

Ha sottolineato Perretta:

“Uno scrittore, un popolo e la sua storia sono collegati dal bagaglio memoriale.

Negli ultimi 35 anni la memoria è stata utilizzata in maniera citazionista.

Da qualche anno, grazie agli effetti preponderanti che si sono manifestati a livello europeo, come il conflitto attuale in Ucraina, si è sviluppato un dibattito diverso sulla questione della storia che ci impone di fare i conti con la storia in maniera più analitica.

Siamo noi che leggiamo la storia, siamo noi la memoria, siamo noi che l’attualizziamo.

In questo modo possiamo leggere qualsiasi fenomeno anche in maniera diversa da come ci viene comunicato”.

L’editore, Giampiero Calia, ha, poi, parlato della sua casa editrice, di come è nata, dei progetti editoriali, delle difficoltà incontrate dai piccoli editori nell’inserirsi nel panorama nazionale.

Ha sottolineato Calia:

“E.co Editrice è una ‘piccola’ casa editrice che segue essenzialmente una linea editoriale ‘glocal’.

Ossia si rivolge ad un pubblico nazionale trattando di argomenti del territorio e viceversa.

Il nostro progetto editoriale nasce come sbocco di un determinato percorso professionale (giornalismo, ufficio stampa, ecc.) essendo d’altronde, quello di editore, un lavoro del tutto peculiare.

Nel tempo la casa editrice ha interagito con altre diverse figure professionali (grafici, web master, redattori, ecc.) creando un’organizzazione di tipo ‘imprenditoriale’.

Stiamo lavorando per consolidare sempre più il rapporto con Istituzioni, stake holders, ecc, anche ai fini di proposte editoriali sempre più all’avanguardia. Essendo ‘piccoli’ riusciamo ad ‘intercettare’ autori di valore che magari non trovano spazio nella ‘grande’ editoria e il Salone del Libro rappresenta un’occasione per cercare di intercettare un segmento internazionale”.

Canio Franculli, nato nel 1949 a Banzi (Pz), è autore di numerosi altri testi sia di saggistica (“Banzi, della Tavola Bantina e dei due matti dell’ottocento” 2000; “La costruzione dell’identità lucana nel medioevo tra Normandia e Mezzogiorno d’Italia 2006 – EditricErmes) che di narrativa (“I boschi della memoria” – EditricErmes 2006; “Il ragazzo che amava l’arte” – Villani editore 2019; “Il re e la coccinella” – E.co. Editrice 2021).

Laureatosi in psicologia ha lavorato nella scuola pubblica.

Si dedica alla pittura con quadri vincitori di premi o esposti in mostre di arte contemporanea.